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Aggiornato: 12 giugno 2025
Scherza e salta e pigliati sollazzo or, Pilastrin, ché di troppa dolcezza par che ti senta andar tutto in condime. Oh! Ve' che starò, un tratto, un giorno allegro! ché è giá quindici dí che sono stato come le donne quando han le lor cose, fortuna ladra! CRISAULO. E che debbo dire io? ch'in duo sol giorni era giá fatto tale ch'ora mi pare uscir di sepultura e tornar vivo.
Di carte filosofiche Non consumò nè raddoppiò volumi: Nè dal suo labbro balbettante uscirono Dell'eloquenza i fiumi D'oziosi grandi alto sollazzo e noia: Predicò, benedisse, al capo languido De' morenti arrecò l'ultima gioia, Pregando a sè l'eguale in l'ultim'ora: Cultor d'umili cose Come chi per amor veglia e lavora Nel picciol orto egli incurvò le pallide Mani tra i rovi e suscitò le rose.
Le pasque e i dí solempni, ne' quali egli debba rendere gloria e loda al nome mio col divino officio e gictarmi oncenso d'umili e devote orazioni, e egli sta in giuoco e in sollazzo con le sue dimonie e va brigatando co' secolari, cacciando e ucellando come se fusse uno secolare e uno signore di corte. O misero uomo, a che se' venuto?
Coloro però che dicono parole oscene in presenza di persone conjugate ma che non sono però coniugati fra loro, è ben difficile che non pecchino mortalmente. Le parole leggermente oscene e le frasi equivoche proferite per vano sollazzo o per ischerzo non sono peccato mortale, a meno che gli astanti non sieno tanto deboli da sentirne il pericolo.
L'armonia del vero Suona com'arpa dall'esatte corde Nel tuo spirto magnanimo ed aperto Al caldi venti dell'affetto. Il trono Su cui ti diede di seder la sorte Non per stolto dominio, e ben lo sai, Fu a te largito o per sollazzo al volgo, Ma sol per esser regalmente buono.
Tutta esta gente che piangendo canta per seguitar la gola oltra misura, in fame e 'n sete qui si rifa` santa. Di bere e di mangiar n'accende cura l'odor ch'esce del pomo e de lo sprazzo che si distende su per sua verdura. E non pur una volta, questo spazzo girando, si rinfresca nostra pena: io dico pena, e dovria dir sollazzo,
Il qual segue a narrar che in quel villaggio, sendo Marfisa maschio contraffatto, bizzarra e di cervello poco saggio, volle prender sollazzo qualche tratto; e cominciò con lubrico linguaggio, come fa qualche fanciullaccio matto, a tentar le ragazze forosette, e le trovò maliziose e scorrette.
Ecco Clemente VII: di lui nei nostri libri favellammo assai; molti storici lasciarono minuta descrizione della sua indole: come Medici si versò nelle lettere; assai si dilettò di arti; della musica prese maraviglioso sollazzo; sonava e cantava non senza lode di maestro; lo affermano non avaro, non superbo, non libidinoso, parco nelle vesti e nel cibo; ma di cuore fu diaccio, senza piet
Non abbia mai cosa che mi piaccia, se non te ne pago e di lei non mi vendico. CALANDRO. Hai finito? FULVIA. Sí. CALANDRO. Col mal anno, lassa che mi corrucci io, non tu, dispettosa! ché m'hai cavato del paradiso mondano e toltomi ogni mio sollazzo. Fastidiosa! Tu non vali le scarpette vecchie sue, che la mi fa piú carezze e meglio mi bacia che tu non fai.
E noi siamo lungi da tal situazione; ma alcuni piú o men notevoli passi si son pur fatti ad essa, uno ultimo e grande da quando attendevamo primamente allo studio delle etá nostre passate. Continuiamovi, ostinati dunque tanto piú. Il passato ha piú interesse quanto piú si vien rischiarando l'avvenire. La storia non serve bene a sollazzo: vi serve meglio qualunque novella alquanto elegante.
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