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Ma, quando, svanita ogni illusione di accordo, Giuliano si gettò nell’avventura, che doveva parer disperata, di marciare contro Costanzo, egli depose la maschera, e, risoluto di giocare il tutto pel tutto, si rivelò restauratore della religione antica. Non è ben chiaro ch’egli facesse atto pubblico di fede politeista, prima della sua partenza dalla Gallia, ma, durante il viaggio dalla Gallia a Sirmio, diede apertamente, con una certa ostentazione, alla sua spedizione il carattere di un’impresa posta sotto il patrocinio degli dei. Giuliano stesso ce lo dice, in una lettera da lui diretta al suo venerato maestro, il filosofo Massimo, e scritta, appunto, mentre egli era in marcia verso i Balcani. In mezzo alle cure urgenti da cui è premuto, Giuliano è grato agli dei che gli permettono di poter scrivere a Massimo, e che spera gli permetteranno di rivederlo. Egli protesta, e chiama in testimonio gli dei, di esser diventato imperatore contro la sua volont

¹¹² Amm. Marcell., I, 246, 10 sg. Intanto la posizione militare di Giuliano diventava inquietante. Egli aveva trovate, a Sirmio, due legioni della cui fedelt

Signor giá della penisola, della Sicilia, delle due Rezie e del Norico, incominciò nel 504 nuove guerre e conquiste. E prima, contro ai gepidi e bulgari in Pannonia, la quale conquistò fino al Sirmio; poi contra Clodoveo, che estendendosi avea sconfitto e morto a Poitiers il re de' visigoti, ed occupate tutte lor province di Gallia, tranne Provenza e Rossiglione.

¹⁰⁹ Liban., I, 388, 8 sg. ¹¹⁰ Idem, I, 417, 2 sg. Sul basso Danubio, a Sirmio, la capitale della provincia, trovavasi Lucilliano, il quale, raccolti, in fretta e in furia, dalle citt

⁴⁴ Gregor. Naz., orat. Mentre Giuliano studiava ad Atene, maturavano per lui inaspettati destini. Una congiura militare, supposta, più che scoperta, a Sirmio, in Pannonia⁴⁵, la rivolta di Silvano nella Gallia, domata con la proditoria uccisione di Silvano stesso⁴⁶, e le continue devastazioni perpetrate dai Germani nella Gallia indifesa, avevano spaventato Costanzo.

⁵¹ Iulian., 355, 14 sg. Che era avvenuto per porre Giuliano in una tensione d’animo così grande e penosa? Ce lo narra Ammiano Marcellino⁵². Giuliano, come dicemmo, era stato chiamato a Milano, perchè il complotto di Sirmio e la ribellione di Silvano avevano ridestati i sospetti di Costanzo. Quando Giuliano fu a Milano, ogni timore di congiura era sventato, e Silvano era caduto ed ucciso. Ma le inquietitudini dell’imperatore risorgevano e, questa volta, per ben più gravi ragioni. L’uragano barbarico, che, circa un secolo dopo, doveva rovesciarsi sull’impero, faceva sentire sempre più vicini i suoi fragori minacciosi. I Germani passavano il Reno, devastavano le terre orientali della Gallia, ed apparivano come un pericolo, come una forza che l’impero non era più capace di fronteggiare. Costanzo non era uomo da prendere in mano la somma delle cose e di porsi alla testa dell’esercito. Ma pur sentiva che le circostanze richiedevano uno sforzo supremo e il prestigio della suprema autorit

¹¹¹ Amm. Marcell., I, 244, 8 sg. Nella notte stessa, Giuliano si avanza verso Sirmio. Ed ecco i cittadini tutti e i soldati gli escono incontro con fiaccole e fiori, gridandolo Augusto e conducendolo alla reggia. Lieto di questo primo e grande successo, Giuliano, facendo uno strappo alla sua severit