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Giusto quella sera, un'indisposizione della Nevosky aveva fatto sospendere lo spettacolo, e un tempo orribile aveva reso problematico per molta gente l'impiego della serata.

Ero nel seno.... LA SIGNORA. .... d'una commissione, lo so.... m'hai sempre detto così. Vieni a casa alle sei.... altro brontolìo. Il pranzo non ti va. Tutto è cucinato male. Ti domando come si passa la serata, e tu mi dici che hai la riunione della maggioranza alla Minerva, o che so io. Io ti chiedo se si va al teatro, e tu mi dici che c'è la riunione del tuo gruppo.

Più tardi, al mio ritorno nella casa paterna, cominciava una dolce serata famigliare, sotto la lampada ch'erge il suo collo di fiamma arrotondando ali di luce sul desco, per covare i miei desideri tra lo scrollìo dei suoi raggi pennuti, simile ad una gallina dall'uova magiche, d'oro.

Sei venuta, poi.... mormorò lui, cercando di dominare la propria emozione, intensa, soffocante. Credevi che non venissi più? chiese lei, con uno sguardo scrutatore, fermandosi un minuto. , l'ho creduto soggiunse lui, chinando gli occhi, confessando con quelle parole tutte le angoscie della sua serata e della sua nottata.

La sera dopo le due sorelle tornarono al ballo: e Cenerentola pure; ma vestita anche più sfarzosamente della prima volta. Il figlio del Re non la lasciò un minuto; e in tutta la serata non fece altro che dirle un monte di cose appassionate e galanti.

La serata passò piacevolmente, ma siccome Sant'Aubert era stanco, e Valancourt soffriva ancora, si separarono subito dopo cena.

Alla mia serata, gli disse da ultimo, temperando nelle preoccupazioni dell'artista gli scrupoli della donna, alla mia serata, non dico di no; far

Dopo di ciò, quando il morto signor Johnson faceva più del solito paura a Nancy, essa andava nella camera di Anne-Marie e batteva sul muro con una spazzola. E allora arrivava Peg, a passare la serata amichevolmente con lei. Spesso veniva anche George, e leggeva ad alta voce i supplementi letterari del «New York Herald». Leggeva specialmente tutte le poesie.

Contento e quasi riposato da tale induzione, m'accomiatai da Lidia e dall'ospite, raggiunsi la mia camera, mutai d'abiti, e uscii di casa. La serata era placida; il corso Venezia, male illuminato, staccava anche meglio nello sfondo il corso Vittorio Emanuele, dove le lampade elettriche spandevano una luce piacevole, qua e l

Il cavaliere Duranti interrogò la consorte. E allora che cosa si decide? Alberto Varedo ebbe un gesto d'impazienza. La signora Valeria se ne accorse e intervenne a proposito. Si decide che partiamo noi tre, Diana, Alberto ed io; gli altri non devono sacrificar la serata per colpa nostra. Non era un sacrificio replicò la signora Susanna ma sarebbe fuor di luogo l'insistere.