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Aggiornato: 25 giugno 2025
Era la domanda che egli le faceva ogni sera, quasi a sgravio della propria coscienza, certo di sentirsi rispondere di no, certissimo della bugia generosa che era in quel no. Ma tranquillava la propria coscienza e scusava sè stesso, dicendosi, che dopo una giornata di lavoro, un uomo ha pur diritto a qualche ora di svago, a un po' di libert
Eppure doveva essere una dolce cosa sentirsi amata così. Una dolce cosa, che lei non proverebbe mai... Ma mentre pensava questo, invasa da una gran voglia di piangere, di piangere, sul petto di quell'amico di un'ora, che le parlava con tanto calore, sentì un braccio forte e tremante stringersi intorno alla sua vita, e quella voce dolce e profonda ripetere: Di' vuoi?
Massimo, nel risalire il viale fino al cancelletto, si trovò un momento al fianco di lei e si meravigliò di sentirsi così tranquillo e così contento. Ezio è stato buono con me, povero figliuolo, e mi ha fatto provare una commozione di cui non mi sentivo capace. Il merito sar
Il tiro, perbacco, era da furbo; ma non era, perdiana, da amico. Damiano incominciava a sentirsi nel fondo dell’anima la puntura di un piccolo rimorso, e immaginava che il giorno seguente, a bordo della Nina, quella puntura gli sarebbe diventata una piaga. Povera amicizia, che i poeti hanno cantata come un amore senz’ali! Fate che una donna si metta di mezzo, e vedrete dove va l’amicizia.
A poco a poco cominciava a riaversi, a sentirsi viva, ancora viva, per un primo fremito di collera e di ribellione. No, basta... più! Si alzò, si asciugò gli occhi colla palma della mano così forte da schiacciarsi quasi le pupille, e ritornò al suo posto come gli altri giorni, al suo banco, a scrivere, a far conti, a lavorare.
Brutto affare sentirsi accerchiati mentre la S. Etienne ha le bizze. Il mio sergente ha svestito interamente una delle due S. Etienne in cupola. L'aiuto, seconda cameriera affaccendata intorno al corpo della dama che andr
tua LUCIA.» Allo stabilmento, quel giorno, Lucia non era d'umore da tollerare le occhiate, i susurri, i sorrisetti con cui veniva ricevuta da che si sapeva del fallimento e più non si ammirava nè si invidiava in lei l'ereditiera. Non volle sentirsi mortificata; non volle rinchiudersi nell'avvilimento.
Il cantiniere alla sua cella smuccia, e spilla un vin da far andare un morto, né certo Filinor gli fece torto. Non si può dir de' frati l'allegrezza per il miracol nato ad evidenza. Quel sacconaccio di scelleratezza tutto asseconda con somma avvertenza; e quando mostra d'essere in tristezza, e di sentirsi ancora inappetenza, donde rinnova il frate i crocioni, pel guasto universal de' suoi capponi.
La mattina, vestita da sposa, e pallida pel turbamento interno, era più bella che non fosse stata mai. Rimaneva muta dinanzi allo specchio, guardandosi fissa, come se quella bella figura le riescisse nuova, e sorridendo forse al pensiero della gioia che proverebbe il suo sposo al vederla. La piaceva di sentirsi ammirata.
"Vi fo un regalo di tutto ciò che ho detto sino ad ora." "È un regalo che costa niente," pensò Alice. "Buono che non fanno di que' regali ne' giorni natalizii!" Ma non osò dir questo a voce alta. "Sempre meditabonda?" domandò la Duchessa, mentre affondava quel suo mento acuminato sull'omero della bambina. "Ho ben di che!" rispose vivamente Alice, perchè cominciava a sentirsi annoiata.
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