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Aggiornato: 11 maggio 2025
Che la mia coscienza si riscoteva ora dal suo obbrobrioso torpore, e m'imponeva di troncare la relazione. Io non poteva nè voleva esitare ad obbedire. Addio. Mi dimenticasse. Mi perdonasse, se potesse. Fino a ieri l'avevo vilipesa. Da oggi incominciavo a stimarla e a rispettarla. Tutta la notte non chiusi occhio. Aspettai la risposta sudando freddo, come il reo che aspetta la sentenza.
Sentenza d'oro; se pur il sillogismo della storia non sar
Cosi` la neve al sol si disigilla; cosi` al vento ne le foglie levi si perdea la sentenza di Sibilla. O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, a la mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol de la tua gloria possa lasciare a la futura gente;
E' cosa pericolosa il trasgredire in pratica questa sentenza, benchè il parere contrario, considerato teoreticamente non manchi di probabilit
Di sante preci il frate soccorrea La derelitta alla tremenda andata; E levata la mano la sciogliea Benedicendo, dalle sue peccata. GROSSI, Ildegarda Il Papa si era riposto nel seno la sentenza come un pugnale, e, a modo di sicario, luogo e tempo studia per adoperarla.
I pavimenti solcati, le pareti bucherate e sparse di chiodi, i soffitti facevano ventre da per tutto; i ragni s'erano impadroniti degli angoli, e le scope erano state bandite con sentenza inesorabile.
Il taciuto valor quasi è viltade, bellissima versione di quella sentenza che tormentò sempre i traduttori del Venosino: paulum distat inertiae celata virtus. In Orazio commendava la lingua colta, l'eccellenza degli aggiunti, il non avere nulla di soverchio, e l'adornarsi di sentenze morali.
VIGNAROLO. Che «causa», che «sentenza» dite voi? PANDOLFO. Di far mi perdere la mia sposa. E che vo' far della mia vita senza lei? VIGNAROLO. Quanto ho fatto tutto ho fatto per vostra sodisfazione. PANDOLFO. Di quella sodisfazione che tu mi hai dato, te ne pagherò io in castigarti come io fo; e se non ti uccido, è per mancamento di forza, non di volontá.
Erano il segretario della giudicatura, uno scrivano, un usciere ed un pubblico estimatore che venivano, dietro sentenza del giudice, sulle istanze di Marone, a procedere agli atti esecutivi in odio di Antonio Vanardi.
Ordina quindi l'invio di essi accusati avanti questo Tribunale di guerra competente a giudicarli. Milano, addì 17 luglio 1898. Il Sostituto Avvocato Generale Militare in missione E. BACCI. La sentenza contro i deputati.¹
Parola Del Giorno
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