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Aggiornato: 29 maggio 2025
Subito l'offrí a Carlo d'Angiò, conte di Provenza fratello di san Luigi re di Francia, facendovi rinunziare quell'Edmondo d'Inghilterra a cui era stato dato dal predecessore . Non poté adempier l'impresa, ma lasciolla morendo a Clemente IV pur francese, anzi provenzale, e tanto piú caldo in essa. Allora eleggevasi Carlo a senator di Roma, e la guerra contra Manfredi era dichiarata crociata.
La notizia di quegli sponsali non tardò a spargersi per tutta Venezia. Alle mense del senator Grimani, dove Alberigo era stato invitato, si parlò, com'era di ragione, di quell'avvenimento, e il giovane non seppe dominarsi così che nulla trapelasse del repentino suo turbamento.
Senator Barbarigo, non mi traete in furore, e se vi fu taluno che in faccia a tutta Venezia osò svillaneggiarmi, svillaneggiar me che non ho mai patito sopruso da chicchefosse uomo del mondo, è tal cosa che ciascuno dovrebbe fingere di non sapere in faccia me.» «Un'ingiuria che dev'essere vendicata, deve essere ricordata, Attilio.» «Questo lo credo anch'io.» «Dunque?»
Ecco un messo togato viene ansante, che intima una gran pena al conte Orlando e nel casotto sequestra il gigante; poi cita il senator, per non so quando, a non so quale tribunal davante. Quest'ordin, questo messo, queste carte fecero smemorare il nostro Marte.
Appoggiandosi al nuovo re de' romani, fece a Carlo deporre i titoli e le potenze di senator di Roma, e di vicario imperiale in Toscana; e pacificò quindi questa e Romagna, facendo ripatriar i ghibellini.
I due sposi volsero il loro cammino verso Lombardia. La maggior parte di queste cose raccontò Apostolo Malumbra al senator Barbarigo che stette il tutto ascoltando con muta e sempre più crescente maraviglia. Egli, per quanto avesse percorso tutti i possibili, non avrebbe giammai potuto nè tampoco imaginare un così strano avvenimento, e quando il Malumbra ebbe finito di raccontare,
A vespro si recò al palazzo di Candiano, ed ebbe la lettera; e di quella lettera, prima che il Malumbra si partisse di Venezia, il senator Barbarigo sapeva benissimo il contenuto. Mentre il Malumbra viaggia verso Milano, noi, lasciandolo addietro qualche buon tratto, vi entreremo addirittura per tosto mettere il piede nel palazzo dove risiedeva il Conte di Virtù.
Il vecchio Candiano abbassò la testa senza più aggiunger parola. Intanto il senator Barbarigo, alzatosi, e fatto d'occhio al Malumbra, si dispose ad uscire. «Ammiraglio,» disse, «io son costretto a lasciarvi, che prima di nona si ha a votare nel gran consiglio: stasera ci rivedremo dai Malipieri.» «Va benissimo, ci rivedremo.»
Le sedici gondole che li stavano aspettando presso la riva, si videro presto prendere il largo nella laguna e sbandarsi chi per l'una chi per l'altra parte. Verso mezzanotte, quasi in fondo al canale della Zueca, le finestre e i balconi di un palazzo riboccavano di luce. Era quello il palazzo del senator Barbarigo.
Le poche parole del Malumbra aggiunsero tuttavia un'allegria insolita al senator Barbarigo, il quale era un uomo molto singolare. Entrato nelle sale, e girato l'occhio per vedere dove fosse l'ammiraglio, gli si recò da presso, e dettegli molte cortesi e gentili parole, mostrò desiderio di far secolui una partita agli scacchi. L'ammiraglio accettò, i due vecchi uscirono.
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