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Aggiornato: 29 maggio 2025
Il senator Barbarigo, il quale, per essere uno de' più anziani de' senatori, era quello per lo più a cui si rivolgeva l'attenzione de' suoi colleghi allorchè trattavasi determinare alcuna cosa, quando fu in segreto interpellato intorno all'opinione sua, non fece altro che alzar le spalle, e far quell'atto di chi non ha ancora fermo il suo partito, e quando sentì com'era concorde l'opinione publica per Candiano, ed anche fra gli stessi suoi colleghi, e che dopo una lunga discussione i due terzi de' voti furono per l'ammiraglio, non disse mai parola nè favorevole nè contraria, e da cui potessero trapelare i suoi pensieri; essendo però assai conosciuta la cattiva disposizione dell'animo suo rispetto a Candiano, ognuno dovette credere ragionevolmente ch'egli anche in quest'occasione, come sempre, avrebbe dato il voto contrario.
«Domani saremo tutti da te, e cambieremo i nostri ducati co' tuoi pugnali.» «Amici carissimi, vi faccio osservare che nell'altra sala si beve il vin di Cipro, intanto che noi ci perdiamo in queste inutili parole.» «Bravissimo, andiamo; faremo nel frattempo una partita alla zecchinetta.» «Viva la zecchinetta!» «Viva il vin di Cipro!» «Viva il senator Barbarigo che ci è largo di tante delizie!»
Suonata intanto l'ora terza di notte, e cominciandosi in quel momento le danze, il Morosini, Candiano, Barbarigo ed altri senatori, a cui per nulla s'addiceva quel gioco della prima gioventù, si ritirarono in altre stanze. Il Fossano avrebbe voluto seguirli, ma il senator Morosini additatogli un gruppo di fanciulle: «A voi tocca trasceglierne qualcuna, chè i sistri gi
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