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Aggiornato: 27 maggio 2025
Vado a prendere del bromuro di potassio. È la cura per i miei amori. 13 dicembre. Oggi fui in casa E. Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei. 15 dicembre. Oggi prima di pranzo la mamma mi dice che Vittoria sposa un ingegnere e va a Merate, in campagna.
Ma, insomma, sono arrivato ieri l'altro dopo quattro anni di assenza; ieri ho dovuto fare una corsa a Torino; oggi ero qui a colazione con voi, per la prima volta mi sedevo a tavola con la bella cognatina.... pardon.... Si poteva rimanere tra noi, mi pare. E poi non è divertente. È un ragazzo molto serio. Troppo. Forse è messo in soggezione da lei. RAIMONDO si alza ridendo.
Io sedevo a tavola dirimpetto a mio zio, lo servivo con sollecitudine affettuosa, gli mettevo sul piatto i migliori bocconi, e gli tenevo il bicchiere sempre ricolmo. Egli mi accennava di arrestarmi, ma poi cioncava e stava allegro. Tutto procedeva a meraviglia. La Rosa faceva miracoli, e Bitto lambiva le mani a mio zio e gli faceva mille feste.
Sedevo su un panchettino di legno, ai suoi piedi, puntavo i gomiti sulle sue ginocchia e con la faccia appoggiata tra le mani, stavo a sentire. E m'intenerivo sui casi di Berlinda, fremevo alle tirannie di Barbablù, applaudivo all'animo gentile delle fate pietose, che spianavano la schiena ai bambini gobbi e rendevano la salute e la gioventù alle buone vecchine.
Geltrude augurò la buona notte ed uscì. L'astuta cameriera, un tipo segaligno di giovane trentenne, conoscendo, i nostri usi dei migliori tempi, aveva spinto vicino al letto una poltrona, in cui mi sedevo abitualmente a chiacchierare con Lidia. Allontanai la poltrona, osservando che sul tavolino da notte stava un romanzo francese, pel quale Lidia non si sentiva poco bene.
«Amato, mio ben amato, quando io penso che tu eri al mondo un anno fa, mentre qui sola io sedevo, senza scorgere orma di passi su la neve!» E il Massarani: Diletto mio, diletto mio, se penso Ch'eri nel mondo ora fa proprio un anno E ch'io, 'l piè nella neve e in cor l'affanno, Non isperavo a' mali miei compenso!
V'è il moscatello dorato, trasparente sotto i raggi del sole, v'è l'uva nera e quella biancastra, che serve a fare il così detto «buon vino» e quella azzurra cupa, che fa il vino forte, rosso come il sangue. Mi son recato spesso a mangiarne e poi mi sedevo sotto un castagno ai piedi della collina, in mezzo ai mirti ed alle felci cantate da Virgilio, e, fra il profumo della menta e del serpillo, leggevo Orazio o qualche altro libro che avevo recato meco. La menta è propriamente una pianta caratteristica della campagna romana: tutti i campi intorno alla citt
Io sedevo presso una bella ed elegante signora bionda, dagli occhi orientali come il profumo di rose audacemente singolare che usava. Le altre signore erano quasi tutte vecchie e bruttissime.
Io sedevo dirimpetto al signor Nicola, fra l'Agata e la signora Giovanna; la Rosa ci serviva, mentre in cucina la Menica e Martino approntavano le vivande, e Bitto passava in rivista i piatti di ritorno aspettando la sua parte.
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