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Aggiornato: 27 giugno 2025
Al principio del secolo XII, quando i duchi normanni avevano in loro potere l'Italia meridionale, essi s'impadronirono anche di questa fortezza, ma solo per poco, perchè i papi salvaguardarono bene i loro diritti sulla terra di confine, su Terracina e sul promontorio che ne dipendeva.
Dal IX al XIII secolo la storia delle piene è assai monca, non perchè il fiume visitasse meno spesso la citt
Non è solo riproducendo gli aspetti esteriori della vita contemporanea che l'arte diventa espressione del proprio tempo, e perciò la scultura come è stata intesa fino ad oggi dagli artisti del secolo passato e del presente è un mostruoso anacronismo!
«..............Avete fede» io gli diceva nei destini d'Italia? Avete fede nel secolo? V'arde il sacro pensiero di proclamare l'unit
Prima mutò le livree. Dalle sue sterminate cognizioni gli risultava che, per esempio, gli scrittori greci del quinto secolo non adoperassero, per designare il suono s, quei segni σ e
Nel secolo XVI l’aristocrazia sotto i Valois si abbandonò a tutti gli stravizii. I racconti di Brantôme su questa spaventevole depravazione sono l
Nel secolo XVIII il Tevere inondò la citt
Ma, essendo egli una di quelle organizzazioni compiute ed elette nelle quali la natura spiega tutto l'opulento lusso dei suoi poteri, una di quelle tempre che la natura fonde intere e tali da elevare la specie umana onde servir di gradino intermedio tra Dio e l'uomo; mano mano quel mondo conoscendo, adattandovisi, sperando nel lavoro del tempo, cominciò l'opera fatale, che unico l'avrebbe reso nella storia se un altro uomo del destino, nell'ultimo secolo, non fosse comparso per disputargli la gloria e superarlo di gran lunga.
Il pianoforte prima di tutto, poichè la musica è il più dolce nutrimento dello spirito. La religione deve più a Sant'Ambrogio per i canti sacri, che a San Paolo per le sue lettere. Il quartetto del monaco Ubaldo, nel decimo secolo, è un'armonia di paradiso....
In quel palazzo, chiamato il Palazzo del Bosco, v'è, fra le altre cose considerevoli, una sala ottagona coperta dal pavimento alla vôlta di pitture dei più celebri artisti della scuola del Rubens, fra le quali uno smisurato quadro allegorico del Jordaens che rappresenta l'apoteosi di Federico-Enrico; una sala piena di preziosi regali dell'imperatore del Giappone, del vicerè d'Egitto e della Compagnia delle Indie; e un'altra elegante saletta decorata di pitture a chiaroscuro che si scambiano, anche considerate attentamente, per bassorilievi: opera di Jacob De Witt, pittore che acquistò in quell'arte corbellatrice una grande rinomanza sul principio del secolo scorso.
Parola Del Giorno
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