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Aggiornato: 10 giugno 2025


Son colpi alla testa, ha osservato lui molto giudiziosamente, colpi alla testa, ma che non hanno trovato il bersaglio, e son calati giù a battere dove hanno potuto. Ma che pazzie, signori miei belli, che pazzie! Ha ragione, dottore; ma almeno ci siamo sfogati. S'era fatta una scommessa; ci eravamo dette delle male parole; capir

D'altronde, non voglio far ritardare il cronometro della politica europea soggiunse quindi, stendendo la mano al signor Linsac. Questi s'inchinò. Ahimè! mio caro duca rispose Sergio io posso aspettare; imperciocchè oggidì non sono più i cronometri che regolano la politica, ma le vecchie pendole. Mezz'ora dopo erano da Grisier. Un'ora dopo, la scommessa era stata guadagnata.

Vinta la scommessa, gettò dunque per terra stocco e fioretto, e a ciascheduno dei suoi competitori strinse la mano con atto di tanta affabilit

Qualche tempo prima, uno sportsman offrì di scommettere contro il senatore John Morrissey, gran mangiatore anche lui, che avrebbe trovato un uomo capace di mangiare un tacchino di ventitrè libbre in un pasto solo. Prima di accettare la scommessa, Morrissey volle sapere il nome del mangiatore e quando intese che era Ellison: Lo conosco rispose, e non volle scommettere.

Quindici giorni, ripetè per la ventesima volta Antonio. Un mese! ribattei. Questa volta la doppia risata che accompagnava inevitabilmente i termini della nostra scommessa, fu così sonora che gli insetti tacquero ad ascoltarla.

, dalle tre alle sei, sei e mezza, mettiamo alle sette; anzi, tu hai un pendolo qui? Eccolo. Tu vai al Club? Io no. Passeggi, fai delle visite? No. Bene, farai quel che ti piace, questo non mi riguarda. Ora do un'occhiata in giro per orientarmi. Dove hai messo i fiori? Che fiori? Non li hanno portati? Senti. È uno scherzo o una scommessa che hai fatto di venir qui a prenderti gioco di me?

Ora, non aveva più pace e tutte le parole che aveva udite contro il suo innamorato, dalla mattina, le ritornavano in mente, cattive, crudeli. Una comitiva di studenti che avevano fatta una scommessa, volevano delle spighe: essi avevano fatto cerchio, aspettando che si arrostissero, scherzando con Vicenzella, che li guardava senza rispondere, seriissima, quasi truce.

All'indomani mattina, quand'io mi destai, trovai il mio povero Gin morto; una gomma verdastra gli esciva dalle nari. Allora mi sovvenne di non aver visto Flibbertigibbet pagare il prezzo della scommessa a Ram

Così entrò nella sala de' giuochi, e recatosi presso al tovoliere ove trovavasi il conte Galeazzo, mosso ancora da quella straordinaria vivezza di spiriti. Noi, disse, noi abbiam vinto una nostra scommessa, caro conte; or tocca a voi a fare in modo che i petardi non abbiano a farsi sentire domani.

Ti propongo una rivincita disse infine Adriano a suo zio. Andremo di questo passo in una sala d'armi. Farò dieci assalti col maestro. Se egli è Grisier, scommetto i cinquecento franchi che mi devi, che lo toccherò cinque volte. Se è con tutt'altro maestro di sala, lo bottonerò sette volte. Accetto disse Sergio. Duca, volete voi tenere la scommessa con me?

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