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Aggiornato: 9 luglio 2025
Tale, mi creda il Buonaiuti, è la fede dei puri filologi scientifici. Quando mettete il loro credo in soldoni, strepitano che non è cosí. Ma il Buonaiuti ascolti il Vangelo, e giudichi dagli atti e non dalle parole. Contro questa maniaca ed orgogliosa concezione della filologia ho scagliato il mio delenda.
Pochi mesi prima che scoppiasse la guerra, un collega, in un documento ufficiale, mi rimproverava la mia poca simpatia per la Germania . L'accusa era doppiamente inesatta. Chi eventualmente abbia seguito i miei scritti, ha potuto vedere che ho sempre nettamente distinto fra la Germania veramente scientifica ed artistica, e il moderno esercito di filologi scientifici, che, catafratti di tutte le armi della pedanteria, hanno proceduto alla sistematica distruzione d'ogni finezza e d'ogni gentilezza di studio. Meglio che parole d'oggi, riuscir
Il pensiero contemporaneo ha, come abbiamo visto, andamenti scientifici. L'invasione della scienza nel campo che ora esaminiamo si è manifestata con la riduzione di tutti quanti i fatti morali ad altrettanti casi clinici. Il genio non è sano, paga con incapacit
Ma il cosmopolitismo non l'ho inventato io! può dirmi l'Ojetti. È un fatto storico contemporaneo. Io lo accetto; perchè voglio essere del mio tempo, perchè sono giovane, perchè il mio cervello affollato di concetti filosofici, scientifici, non può funzionare più, come nelle et
I grandi intendimenti filosofici, scientifici, si riducono a lustre, a ciarlatanerie per chiappare il momentaneo favore del pubblico, se poi non riescono a creare persone vive. Omero, Shakespeare, Balzac, che avevano reni solide per la bisogna creativa, non andavano tanto per le vie traverse: mettevano al mondo creature immortali, non vuote parvenze. Ed Elena e Andromaca e Nausica daranno, fino alla fine dei secoli, da pensare e da discorrere più di qualunque nostro simbolo moderno; e Amleto ha fatto e far
Mutui insegnamenti, guardie civiche, casse di risparmio, congressi scientifici, di effetti pessimi, non in sè, ma per la intempestivit
L'eleganza del verbo, intanto, non si può dire che contraddistingua il nuovo stile. Il neologismo è la forza dei nostri scrittori. Mai il vocabolario greco è stato tanto in onore; mai le desinenze in ale e in ismo sono state tanto frequenti. Questa è una delle più piccole conseguenze del trionfo della scienza. Le sue scoperte, feconde di tanti pratici adattamenti, hanno affrettato il corso della vita umana: il nostro pensiero e il nostro linguaggio acquistano caratteri scientifici. La vecchia critica è morta: oggi è in vigore la critica scientifica. Ippolito Taine ne fu il precursore; Emilio Hennequin il campione. Mentre l'antica critica letteraria badava a dare giudizî, la critica scientifica, lasciando prudentemente da parte gli apprezzamenti, cercò nei caratteri particolari delle opere «sia certi principî d'estetica, sia l'esistenza d'un certo meccanismo cerebrale nell'autore, sia una condizione definita dell'ambiente sociale.» Questa critica precedè per via di tre sorta di analisi: l'analisi estetica, l'analisi psicologica, l'analisi sociologica; essa non si contentò neppure di chiamarsi critica scientifica, volle ribattezzarsi con un nome più severo: si chiamò estopsicologia. Così un cerotto contro il sudore, che è un cerotto e non impedisce il sudore, acquista il valore d'un nuovo e raro e prezioso prodotto chimico, quando lo speziale gli d
Dunque, o in buona o in mala fede, la Germania sparpagliò per tutto il mondo sciami e sciami di filologi scientifici, a diffondere il nuovissimo perfido verbo. E per non trovarsi ad averne penuria, cominciò a fabbricarli a macchina; né la materia prima poteva mancare. Abbiamo visto come la concezione scientifica spalancasse le porte a due battenti alle piú deboli forze.
Colla morte di Annibale Perrone la scienza ebbe a rimpiangere una forte speranza spenta troppo presto per l'onore della patria. Amici, colleghi, discepoli, corpi scientifici, riviste italiane e straniere ripeterono per un anno l'elogi che segue ai valorosi e benemeriti cittadini; un busto di marmo fu innalzato nel cimitero dov'è sepolto... ma ad altre cose ebbe poi a pensare il mondo.
L'ingegnere Arconti continuava a discorrere di soggetti scientifici, senza mai perder di vista Lucilla. Ella se n'era accorta, ed evitava di rivolgere l'occhio dalla sua parte, ma sentiva ugualmente sopra di sè quello sguardo indagatore, e non sapeva sottrarsi a una vaga inquietudine.
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