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Aggiornato: 21 giugno 2025
Un giorno, tra esaltanti discorsi di consacrazione, furono piantati davanti al portone una quercia di Schiller e un tiglio di Schiller, fu posto all'uscio un album di Schiller, e fu murata sulla facciata una lapide a Schiller. Alla bella celebrazione assistevano solo alcuni iniziati con vari sentimenti.
No, perchè una sera, avendo ceduto all'attrazione di vedere il Wallenstein di Schiller, alle ultime scene del dramma, il suo cameriere lo raccolse svenuto nel suo palco. Lasciò dopo di ciò la Germania, ed andò a Parigi. Pietro di Lavandall aveva allora ventitrè anni.
che egli ha messo ad epigrafe di una sua poesia, come altre volte dei brani di Schiller e dell'Amleto di Shakespeare, indica esattamente l'indirizzo del suo pensiero poetico, il quale va errando in un mondo incorporeo di sogni, che toglie al dolore la sua umanit
Ora, per dire di ciò che importa a te, sappi, o carissimo, che i lirici tedeschi piú rinomati, parlo della scuola moderna, sono tre: il Goethe, lo Schiller e il Bürger. Quest'ultimo, dotato di un sentire dilicato ma d'un'immaginazione altresí arditissima, si piacque spesso di trattare il terribile.
In un'amena vigna del mio paese sorge una casina, dove un tempo Schiller, come si dice, avrebbe composto il Don Carlos. Ogni anno un centinaio di forestieri devoti contemplano il buco triangolare nel pavimento, che sarebbe servito da cestino al poeta.
A buon conto gli stessi novatori, mentre si aguzzano alla disperata onde predicarne le lodi, sono costretti dal coltello alla gola a confessare che le opere di Shakespeare e dello Schiller, quantunque, come essi dicono, maravigliose in totale, non vanno scevre di magagne, se si guarda separatamente alle parti.
Appena avvenuta la presentazione nelle forme consuete, donna Eleonora soggiunse: Cipicchia!... lo scultore? Nossignora: lo scultore è mio cugino. Allora: avvocato? Neppure: io non fo niente. Niente? male. Schiller, il grande Schiller, dice: L'ozio non è che il disprezzo della vita.
Teniamoci fortunati noi tedeschi, almeno per ciò che non possediamo nella nostra letteratura un Giovenale, nè un Sue o un Dumas, ma possiamo porre ancora corone non contaminate sul capo di Schiller, il poeta generoso della libert
Signori, prima di esporvi il mio concetto circa la natura di questa intima bellezza del dolore che innamora gli artisti e le moltitudini raggiando nel loro inconscio, mi piace dire alto che nessuno mi vince nel sentire la grandezza e la bellezza della gioia, nell'Arte. Non mi rapiscono palpitante a sè le sublimi forme di poesia che Dante creò per la gioia quando immaginava esser tratto dagli occhi sfavillanti di Beatrice per entro un riso dell'Universo? Non ebbi io brividi di sacro entusiasmo davanti alla Vittoria di Samotracia, a quel divino corpo slanciato nel vento da una gioia che lo libera dall'impero della terra? Nel metro stesso dell'Inno di Schiller alla Gioia, nel flutto dei versi rapidi con maest
Leggeva di raro; ma se prendeva un libro, era sempre un poeta: Schiller, Byron, Hugo, Köerner, Zorillas... Sapeva tutte le lingue. Una principessa non è dessa una piuma, cui il vento deve un giorno trasportare Dio sa su quale riva? Il moto era per lei la vita; il riposo la spegneva. Aveva l'audacia di un uomo; la volont
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