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Ho toccata la scatola che contenne i tesori pei quali Colombo potè scoprire l'America! Ogni volta che ripeto queste parole, il sangue mi si rimescola! E soggiungo: L'ho toccata con queste mani, e mi guardo le mani. Quell'armadio contiene ancora la spada di re Ferdinando, la corona e lo scettro d'Isabella, un messale e parecchi altri ornamenti del re e della regina.

NARTICOFORO. Impara, «Narticoforo» bisogna dire, non «Nasincolio». È nome greco e viene «apò nartix», cioè «ferola», e «phoros», idest «ferens»; cioè «che porta la ferola». E come lo scettro è segno della regia podestá, cosí la ferola è segno della magistral dignitade. Ma avèrti che Narticoforo non è ancor giunto. NEPITA. Come non è giunto, se l'ho visto con questi occhi?

MORFEO. Allegrati, beato te, che tu sei il priore, il monarca di tristi! PANURGO. Per le tue grandezze meritaresti una collana. MORFEO. E tu per le tue virtú una berlina. PANURGO. Ho voluto dir che meriti esser un re. MORFEO. E tu un principe di Cartagine. PANURGO. Con un scettro in mano ben grosso e lungo per governatore e capo di quell'isoletta di legno che sta in mare.

»Voi rimarrete tutti riuniti ed egualmente protetti sotto lo scettro dell'augustissimo imperatore e re Francesco I, padre adorato de' suoi sudditi, sovrano desideratissimo degli Stati che godono della felicit

Sebbene però il Germanico Cesare avesse riposto lo scettro nelle mani di Francesco secondo Sforza, non è però a dirsi che questi le tenesse libere e sciolte come a sovrano signore si conveniva. Antonio De-Leyva, che sotto colore di rimanersi a difesa del Ducato pel caso d'una temuta invasione delle armi Francesi si stava a Milano a capo di molte schiere imperiali, teneva il Duca in quasi totale soggezione: era De-Leyva uno spagnuolo vigilante, ardito, prepotente, odiato da tutti per le estorsioni da lui commesse nel suo lungo soggiorno in questo paese, il quale non aveva altro di mira che di affievolire la podest

ARPIONE. Ed io ne sono stato governatore tre volte della Galilea, e con uno scettro di quaranta palmi in mano ho administrato giustizia a quei popoli. GRAMIGNA. io manco di voi: sarei fatto re della Piccardia, ché giocando desiderava danari e mi vennero tre bastoni, ma Rubasco, nostro compagno, per mostrarsi uomo piú valente di me, volse prevenirmi e me li tolse di mano.

Gloria brillò sul Tebro incomparata; Ma i gagliardi imperanti all'universo D'onor si dispogliaro, E dier lo scettro a destre parricide: La immensa monarchia fu lacerata, E da' suoi prodi eserciti converso Contro agli Augusti suoi venne l'acciaro, E più stolto di pria l'orbe si vide: Gara di colti e rozzi Furon morte, perfidia e gaudii sozzi.

I maggiorenti dell'impero allora si avvicinarono e fecero intimare ad Enrico il decreto di comparire alla dieta universale di Tribur, onde deliberare o di rinunciare allo scettro imperiale, o di levarsi di dosso la mala peste dell'arcivescovo di Brema con quello stesso decreto posto a bando dell'impero. L'imperatore comparve alla dieta.

Qui si finì per conchiudere la pace che diede tutta l'Abissinia sotto lo scettro di re Giovanni, e pacificata, tranne qualche rivoltato che continuò ancora per qualche tempo le sue guerriglie, considerate però come attacchi da briganti più che campagne da nemici.

E se gli sforzi riuscirono vani, se inutilmente fu sparso il sangue di tanti generosi, la colpa è tutta di questo mostruoso connubio della rete di Pietro collo scettro di Nerone. La delazione, dalla quale i patrioti non potevano difendersi, fu quella appunto che fin da principio sventò il piano della rivolta.