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Aggiornato: 10 giugno 2025
Una voce esclamò: «Benezet, dammi ascolto, perchè io sono Gesù Cristo!» Il ragazzo spaventato rispose: «Dove sei, o Signore, e che cosa domandi da me?» «Non aver paura, lascia pure pascolare le tue pecore, scendi al Rodano e fabbricavi sopra un ponte». «Signore io non so dove sia il Rodano; sono un povero ragazzo, non ho che tre soldi in tasca, come vuoi che io possa costruire un ponte su quel fiume?» La voce replicò: «Fa quanto ti ho detto, poichè io so dove e come dovrai costruire il ponte». Il piccolo pastore scese dal monte piangendo, abbandonò il gregge, ed incontrò un pellegrino che camminava appoggiato al suo bordone, il quale gli disse: «Figliuolo mio Benezet, seguimi al luogo dove dovrai costruire il ponte.» Allorquando arrivarono al fiume e il ragazzo vide le acque di questo, ampie, rapide, profonde, prese a piangere più amaramente, se non che il pellegrino lo confortò, gli ordinò di salire in una barca, di scendere ad Avignone, di presentarsi al vescovo, e di partecipargli l'incarico che gli era stato affidato.
Non c'è nessuno? So ch'io gli sveglierò o che la porta anderá in terra. PILASTRINO. Chi è giú? Corri al fuoco, impazzato! Son fatte le limosine. Che cerchi tu? TIMARO. Non gridar di lí, boia! Deh! scendi a basso. PILASTRINO. Tu vuoi pur la baia! Che dimandi? ché vo' tornare al letto. Che discrezione! TIMARO. Vedi u' son condotto! Cerco di Pilastrin. PILASTRINO. Mi par che uccelli la fava.
Quando tu scendi al poveretto albergo in man recando del tuo cor la manna, ogni misero a te guarda e sorride come ad angelo suo. La madre cui la voce acuta strazia del bambinel, che invan le batte il seno, ti saluta: Da qual discesa a noi scala celeste, o buona? Cercano i fantolini, alto levando le mani picciolette, onde dal tergo ti si spicchino l'ale e donde al crine tanto splendor ti venga,
Con chi mi mariti tu? Con Pasquino? Ambiziosa! Sali ancora. Fino a che piano? Scendi al primo. Ci siamo. Con chi dunque? Col principe di Lavandall. Aurora scoppiò in un immenso scroscio di riso. Gli è pertanto vero, giuro a Dio! sclamò lo scultore. Quell'originale, mica più tardi che stamane,
E Gustavo, quasi fuor di sè, lottando sempre a respingere Orsacchio: Due napoleoni se tu parti tosto di galoppo. Quattro, gridò il marito di Gina furibondo, se tu scendi da cavallo. Il postiglione pareva infradue senza sapere a quale obbedire.
o tu per le cui nembra i rai de 'l sole una veste han tessuta, Eleabani, o tu cui ne la bocca come grani di puro incenso odoran le parole, o tu che de 'l tuo corpo hai fatto vase a' balsami celesti ed a' profani, o tu che scendi ne le nostre case qual ne' campi rugiada, Eleabani,
Tringale!... Scendi subito a terra! Vai a casa, vai a cercare il tuo padrone! Sissignore. Ma se non c'è? Se non c'è cercalo altrove. Domandane a Lisi, che è andato da un pezzo laggiù. E non far lo stupido, adesso: tu sai dove trovarlo. Dove ti manda coi libri, coi fiori? Sissignore, dalla signora contessa. Corri a dirgli che si parte fra un'ora.
Scendi... ripetè l'uffiziale, che altro vedi, a sinistra? A sinistra? Sì, a sinistra. Il ragazzo sporse il capo a sinistra: in quel punto un altro fischio più acuto e più basso del primo tagliò l'aria. Il ragazzo si riscosse tutto. Accidenti! esclamò. A basso! gridò l'uffiziale, imperioso e irritato. Scendo subito, rispose il ragazzo. A sinistra, rispose l'uffiziale; ma scendi.
Poscia si trasse avanti al soglio di Gregorio, che accigliato ne seguiva ogni atto ed ogni movimento, e disse: Mastro Ildebrando, il re mio signore e tutti i vescovi d'oltremonte e d'Italia t'intimano questo comando: Scendi dalla sede di Pietro usurpata con arti malvage. Deponi il governo della Chiesa cristiana.
Aveva la più cattiva tappa dello stradale, tutta sali e scendi, e gomiti e cune di rigagnoli, scarnata come un greto, chiusa qua e l
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