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Aggiornato: 10 maggio 2025
La Luisa rimase un istante perplessa, divisa fra il pensiero dell'arrosto e gli stimoli della nativa petulanza; indi l'arrosto prevalse ed ella si ritirò in dignitoso silenzio. Scendi in portineria disse la Varedo all'Irene e prega in mio nome il portinaio o sua moglie d'impostare immediatamente questo telegramma. La bambinaia tentennò la testa.
Povero d'ogni ben, fuor di sostegno, Specchio a gli afflitti io menerò l'etate, Ed in odio di me, finchè non vegno A presentarmi a' rai di tua beltate; Ma se non dassi dal superno regno Per un misero cor bando a pietate, Deh! scendi a consolar col tuo sereno Se non le mie vigilie, i sonni almeno.
E il treno partiva rapido, rumoroso, fulmineo, mentre il giovane, non avendo avuto tempo di scendere, l'accompagnava. nella corsa, senza distaccare mai le labbra dalle sue. Essa ne era sgomenta, temeva un disastro e gridava: Scendi, scendi....
17 Vo' dir che mi parria commetter fallo, se con la spada non ti provassi anco, e non sapessi s'in quest'altro ballo tu mi sia pari, o se più vali o manco. Come ti piace, o scendi, o sta a cavallo: pur che le man tu non ti tegna al fianco, io son contento ogni vantaggio darti: tanto alla spada bramo di provarti.
Ripassammo per tutte le strade percorse prima, ora deserte ed oscure, e mi pareva che non finissero mai; e sali e scendi e svolta e gira e rigira; finalmente s'arrivò nella piazza dell'Audiencia, in mezzo alla citt
Dove vai adunque che scendi al sud? A unirmi all'armata egiziana. Tu!... tu cogli egiziani!... esclamò lo scièk con dolorosa sorpresa. Vedremo adunque noi la favorita del nostro signore, militare nelle file nemiche e volger il ferro contro i suoi antichi sudditi? No, non volgerò mai le mie armi contro gl'insorti, a meno che non mi costringano loro.
Ed ella si ritrasse, tutta raccolta sopra se stessa, piegata, in un atteggiamento di bestia. Mise un alto strido, d'un subito, e barcollò. Scendi, Rita! gridò la spilungona a una finestra Porta un cuscino! Accorreva, con la bocca ancor piena. Qui! Qui! Voialtre! Sopraggiungevano le recluse, dal refettorio. Cocotte era caduta sul selciato, con un tonfo sordo.
Scendi col tuo pugnale insino all’ime Viscere, e strappa il cuore. Cercalo nel mio cor, cerca il sublime Mistero del dolore!... Tutta nuda così sotto il tuo sguardo, Ancor soffro; lo sai?... Colle immote pupille ancor ti guardo, Nè tu mi scorderai: Poi che sul labbro mio, quale conato Folle di passïone, Rauco gorgoglia un rantolo affannato Di maledizïone.
Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor si` degni, Iacopo Rusticucci, Arrigo e 'l Mosca e li altri ch'a ben far puoser li 'ngegni, dimmi ove sono e fa ch'io li conosca; che' gran disio mi stringe di savere se 'l ciel li addolcia, o lo 'nferno li attosca>>. E quelli: <<Ei son tra l'anime piu` nere: diverse colpe giu` li grava al fondo: se tanto scendi, la` i potrai vedere.
66 Con voce qual conviene al suo furore il Saracino a Brandimarte grida: Qualunque tu ti sia, che, per errore di via o di mente, qui tua sorte guida, scendi e spogliati l'arme, e fanne onore al gran sepolcro, inanzi ch'io t'uccida, e che vittima all'ombre tu sia offerto: ch'io 'l farò poi, né te n'avrò alcun merto. 67 Non volse Brandimarte a quell'altiero altra risposta dar, che de la lancia.
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