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Aggiornato: 18 luglio 2025


La mia fredda indifferenza ispirandole piena fiducia, essa si era abbandonata senza timore, e senza sospetti, a studiare il fenomeno interessante della caduta d'un Milanese in Valtellina. Ma non si scherza col fuoco, signorine!... ed è certo che l'amore intenso che ardeva nel mio petto per la contessa Savina emanava un calore latente, che pervenne a scottare il cuore dell'Agata.

La Gilda mi resisteva diversamente dalla Savina. Si arrendeva, compiacente, ai miei capricci, ma rimaneva sempre padrona di , fredda, insensibile, libera da ogni soggezione, quasi fosse convinta che il possesso del suo perfettissimo corpo era gi

Ogni anno facevamo una gita a Milano per visitare la nostra bambina; ma la corsa era così rapida e piena d'occupazioni, che non mi lasciava il tempo d'arrestarmi davanti le finestre del palazzo Brisnago... cosicchè il bacio della contessa Savina restava sempre iscritto a suo debito senza ch'io pensassi più a reclamarlo.

Avevo veduto la Savina per la prima volta nel passato novembre, e avanti quell'epoca ignoravo perfino chi abitasse il palazzo, e non mi accorgevo se fosse chiuso od aperto. Dopo di averla veduta, non vidi altro che lei sola in tutto Milano, e dentro il mio cuore. Non mi ero mai interessato di conoscere la sua famiglia, il padre, la madre, i parenti.

Allora mi parve nuovamente che il Lucchino Visconti dovesse aprirmi la strada a lucrosi guadagni, che mi avrebbero permesso un giorno di acquistare uno di quei deliziosi villini e di condurvi la contessa Savina.

Quella mossa delle sue pupille e delle sue labbra era stata così identica alle mosse di pupille e di labbra che Fausta adoprava in certe circostanze, per dar maggiore evidenza al ragionamento, che io stetti parecchi giorni senza tornare da Savina. Povera Fausta! Era sparita dal mio cuore.

La povera nonna Savina è mancata ai vivi nel mese decorso. Incaricato da mio genero di ricercare un documento di famiglia in un armadio di sua madre, che egli non osava dischiudere per non inasprire la ferita troppo recente, io andavo rovistando con mano tremante le carte della defunta, quando mi capitò sotto gli occhi un involto legato da un nastro nero.

Io aveva letto sul suo volto una nuova prova d'amore. Leggiero come l'uomo felice, volai per le scale, e accorsi al negozio di fiori. Mi feci approntare un nuovo mazzetto più bello del primo. Si componeva d'una rosa nel centro, circondata da violette mammole ed eliotropi. Quei fiori esalavano un profumo soave, e dicevano chiaramente: bellezza e modestia, vi amo con ebbrezza. Ritornato a casa, aspettai la solita ora nella quale vedevo la contessa Savina passeggiare in giardino. Intanto io deponeva un bacio sopra i miei fiori e invidiando la loro sorte, insegnavo loro che cosa dovessero dire se ella si fosse degnata di raccoglierli; e parlavo a quegli esseri delicati come si farebbe con dei fanciulli, incaricandoli d'una commissione importante. E pensavo al destino della vita, alla bont

Esso evitava di parlarmi della contessa Savina. Ma di che cosa aveva paura!... il mio prossimo matrimonio doveva rassicurarlo pienamente. Qualunque notizia m'avrebbe trovato indifferente; invece il suo silenzio provocava i miei sospetti e mi faceva fantasticare.

Difatti la prospettiva di quella finestra ove stava seduta la contessa Savina corrispondeva per me ai più stupendi panorami del globo, e la mia fantasia percorreva le ridenti regioni dei sogni, più vaghi di qualunque altro paese. E se i viaggiatori avevano a temere i selvaggi e le fiere, io pure aveva da paventare i potenti rivali che circondavano il mio idolo.

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