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Aggiornato: 9 ottobre 2025
Non poteva staccarmi dalla mia cameretta, muto testimonio di tanti sogni, e girava gli occhi intorno, quasi salutando quelle pareti che per tanti anni mi avevano ricoverato, e veduto crescere, amare, soffrire e vivere d'illusioni. Ma essendo giunta da un pezzo la vettura, dovetti risolvermi, e scendere le scale, accompagnato dalla Veronica che singhiozzava.
Agapito lo accompagnò sino all'uscio, gli aprì la porta, gli fece un saluto pieno di affettuosa domestichezza e venendo fuori ancor egli sul passo della bottega guardò che strada pigliasse il pittore allontanandosi. Ah, ah! disse fra sè, salutando ancora Antonio gi
Pure, le giornate erano belle, ancora un po' fresche, ma serene e luminose; e i cardellini dell'Aiga, salutando Maurizio, avevano l'aria di dirgli: i vostri nocciuoli sono stati i primi tra tutti gli alberi della montagna a riprender le foglie; come va che non ci si rivede ancora? sareste mutati voi, da quelli di prima?
Dorma, dorma sonni tranquilli... E la signorina sorrise un'altra volta salutando colla mano l'istitutrice attonita, e raggiunse la Nena... Sandro mantenne il giuramento. Lasciò gli amici, e approfittando della lite successa, non accompagnò a casa l'Ottavia: la Veronica giubilava e, non avendo di meglio, si sfogava abbracciando il signor Domenico.
Martino portava il mio sacco da notte, le signore mi dicevano: A rivederci.... a rivederci. A rivederci.... questa sera, io risposi, e partii salutando colla mano, seguito da Bitto, che, colla coda bassa, dimostrava non essere più contento del suo padrone.
Egli sembrava un po' titubante per quella leggera infrazione al prescritto; e mi perdonate? domandò inchinandosi e salutando, mentre sentiva dentro di sè che Lalla era lì, presente. Eppure non aveva avuto il coraggio di voltarsi, di guardarla!
È malata? chiese Adolfo sopraggiungendo e salutando Filippo con un saluto freddo e un'occhiata di sbieco. Dov'è stata iersera? Avr
Indi salutando Alpinolo che partiva, e ripetendogli, Mi raccomando», gli faceva di berretta, poi mettevasi a sportello colle mani in mano a disapprovare le novit
Oh grazie, Varedo... Credevo che dormiste anche voi... Questi qui sono due ghiri. In fatti Orsara e Cataldo non si mossero nemmeno quando a Grosseto Francioni fece aprir lo sportello e discese salutando Alberto Varedo.
Allora Giuliano diede un'energica crollata di spalle, si mise con passo risoluto per la lunga infilata delle sale, raggiunse l'anticamera, e scese allegro la scala di marmo, salutando beffardamente il paffuto angiolo di stucco bianco che, recando sempre fra le mani il tulipano di vetro del lume a gas, s'era tante e tante volte veduto passare davanti quel bellissimo giovane.
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