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Aggiornato: 21 maggio 2025
Egli cincischia tutte le lingue de' paesi, nei quali mi segue da ott'anni, ed io lo compenso parlandogli il suo bengalese, che egli sta ascoltando con venerazione, come un sacro ricordo della patria. Non è egli vero, Sindi? Il servitore, dall'alto del pianerottolo dov'era giunto, e dove stava raccogliendo colla mano i lembi della portiera, rispose con un breve sorriso.
Per quanto avete di sacro, cittadini, serbatevi incontaminati di stolte paure e di basso egoismo. Duri visibile agli occhî del mondo la separazione tra voi e gl'invasori. Sia Roma il loro campo, non la loro citt
Ah, nulla? proprio nulla? Bravo, Pasquale! Questo è il modo di governarsi in un sacro luogo? Questo è il modo di corrispondere alla fiducia che s'era posta in voi, nella santit
Fratelli di tutte le terre, il giuramento fatto dinanzi alla morte dev’essere fecondo di vita: guardiamo laggiù, verso il paese sacro alle memorie secolari della stirpe, dove Teodoro Herzl vuol riposare. Fratelli di tutte le terre, in cammino! anche se il lutto nuovo vi ha affranto, anche se il nostro Condottiero dorme, anche se da Vienna a Gerusalemme la via è lunga!
cosi`, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, si` com'io tacqui, l'appostolico lume al cui comando io avea detto: si` nel dir li piacqui! Paradiso: Canto XXV Se mai continga che 'l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, si` che m'ha fatto per molti anni macro, vinca la crudelta` che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi' agnello, nimico ai lupi che li danno guerra;
Ma il privilegio più curioso della cattedrale di Siviglia è la così detta danza de los seises, che ha luogo ogni sera, sull'imbrunire, per otto giorni consecutivi, dopo la festa del Corpus Domini. Poichè fui a Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi parve cosa degna di esser descritta. Da quanto me n'era stato detto prima, mi pareva che la dovesse essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella chiesa coll'animo preparato a un sentimento di sdegno per la profanazione del luogo sacro. La chiesa era buia; la sola cappella maggiore illuminata; una folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio fra la cappella e il coro. Alcuni preti stavan seduti a destra e sinistra dell'altare; davanti alla gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di ragazzi dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri spagnuoli del medio evo, con cappello piumato e calze bianche, eran schierati gli uni di fronte agli altri, in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote, una soave musica di violini ruppe il silenzio profondo della chiesa, e le due schiere di ragazzi si mossero con un passo di contraddanza, e cominciarono a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi, con mille graziosissimi giri; e poi proruppero tutti insieme in un canto armonioso e gentile, che echeggiò nell'oscurit
E poi la donna ha in sè un istinto di civetteria così spontaneo, che nulla nulla se ne immischi il bisogno o se ne presenti il pretesto, essa lo mette in opera quasi senza addarsene, forse suo malgrado. C'è nella donna come un fuoco sacro, che non si spegne mai, ed è quello sopratutto di piacere a tutti, per piacere di più ad un solo.
L’Egitto adorava Iside, il cui culto misterioso ricordava con una folla di allegorie la parte che rappresenta la donna o la natura feminile nell’universo. In quanto al suo sposo Osiride, era l’emblema della natura feminile. Il Bue e la Vacca erano dunque i simboli di Osiride e di Iside; i sacerdoti e le sacerdotesse portavano nelle cerimonie il Van mistico che riceveva il grano e la crusca, ma che conservava il primo rigettando il secondo; i sacerdoti portavano ancora il Tau sacro, o la chiave che apriva le serrature meglio custodite. Vi erano ancora l’occhio, con o senza sopracciglie, che si situava accanto al Tau negli attributi di Osiride, per simulare i rapporti dei due sessi. Alle processioni di Iside, le ragazze consacrate reggevano il Cyste mistico, ceste di giunchi contenenti dolciumi ovali e bucati nel mezzo, simili a ciambelle; accanto ad esse una sacerdotessa nascondeva nel seno un’urna di oro, nella quale era conservato il Phallus, definito da Apollo: «L’adorabile immagine della divinit
V'era nella sua persona un non so che di fantastico, di trasumanato, e tal cosa che poteva destare religiosa venerazione, mista a un sacro orrore che non è possibile a definirsi con parole.
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