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Appena superata la salita s'entra nel villaggio, e a capo c'è subito un gran casone bianco, con una spianatella dinanzi da cui si domina maravigliosamente la strada che si contorce al disotto sulla falda del colle e la pianura che si stende a' suoi piedi.

S'entra in piazza Colonna: un altro grido di maraviglia s'alza dalle file. La moltitudine si versa nella piazza da tutte le parti, centinaia di bandiere sventolano, l'entusiasm divampa: non v'è parola umana che valga ad esprimerlo. I soldati sono commossi fino a piangerne.

Andando innanzi verso ponente, oltrepassato il Borgo di San Donato, che s'allunga sopra una strada sola, pigliando gradatamente l'aspetto di un villaggio grazioso, s'entra, per il Corso Principe Eugenio, in una parte di Torino stranissima, poco nota, nella quale la citt

Ahi quanto son diverse quelle foci da l'infernali! che' quivi per canti s'entra, e la` giu` per lamenti feroci. Gia` montavam su per li scaglion santi, ed esser mi parea troppo piu` lieve che per lo pian non mi parea davanti. Ond'io: <<Maestro, di`, qual cosa greve levata s'e` da me, che nulla quasi per me fatica, andando, si riceve?>>.

Un cortile immenso, tre volte più lungo che largo, in cui potrebbero esercitarsi comodamente cinque seimila soldati, e in cui s'entra e da cui si esce, per tre arcate da una banda, verso il centro di Parigi, per tre arcate dall'altra, verso la Senna; in mezzo al cortile, ma verso le estremit

Andate pure. (via Clemente) È poco galante il barone! Com'è bello qui! Quieto, ordinato, dei libri che hanno l'aria di esser letti... pochi ninnoli... nessuna mostra di fotografie... bellissimo. Chi mai avrebbe immaginato così armonica la casa di quello sventato! La sua casa è migliore di lui. (apre la persiana della finestra) E il giardino! Com'è bello fiorito! Non viene. Se me ne andassi? (pausa) Mi pare che passerei volentieri delle ore qui... sola... a leggere... a suonare (siede allo scrittoio). Curioso effetto che fa una stanza dove s'entra per la prima volta! Quante cose racconta del suo padrone! Quante abitudini palesa, quanti difetti tradisce con gran studio celati, quante qualit

Per quanto si giri e si guardi, non si riesce a fissar nella mente un contorno unico che, al pari dell'epigrafe d'un libro, porga un chiaro concetto del disegno dell'opera; si ammira e si prorompe più d'una volta nell'esclamazione: È immenso! ma non ci si appaga; e s'entra nella chiesa frettolosamente, desiderosi di provare un sentimento di meraviglia più intero.

E finalmente s'entra nel boulevard Montmartre, a cui fa seguito quello degl'Italiani, quello delle Capucines, e quello della Madeleine. Ah! ecco il cuore ardente di Parigi, la via massima dei trionfi mondani, il grande teatro delle ambizioni e delle dissolutezze famose, dove affluisce l'oro, il vizio e la follia dai quattro angoli della terra!

FORCA. Ecco le vesti, ecco le robbe toltemi! cosí, furfantaccio, s'entra nelle case di gentiluomini e si vuotano le casse? Su, strascinatelo in Vicaria. PANFAGO. O Dio, lasciatemi tor prima un bicchiero di vino, ché la gola mi sta tanto asciutta che non ne può uscir parola. FORCA. Te la stringerá il capestro, la gola. PANFAGO. O gola, mi farai morir appiccato per la gola.

Si è fatto un po' più d'un miglio, s'entra nel boulevard du Temple. Qui la strada larghissima s'allarga ancora, le case s'innalzano, le vie laterali s'allungano. La maest