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Aggiornato: 18 giugno 2025


Volle distrarsi, cercò di farlo, vi riuscì per poco. Pure pensava spesso a quell'onesto e bravo garzone che le aveva voluto tanto bene e che essa aveva tanto mal ricambiato: e per una strana bizzarria d'inferma si pose ad amare quel morto. Come avrebbe voluto rivederlo un sol momento per domandargli perdono!

Di quella vita mi volse costui che mi va innanzi, l’altr’ ier, quando tonda vi si mostrò la suora di colui», e ’l sol mostrai; «costui per la profonda notte menato m’ha d’i veri morti con questa vera carne che ’l seconda. Indi m’han tratto li suoi conforti, salendo e rigirando la montagna che drizza voi che ’l mondo fece torti.

47 Il negro fumo de la scura pece, mentre egli fu ne la caverna tetra, non macchiò sol quel ch'apparia, ed infece, ma sotto i panni ancora entra e penètra; che per trovare acqua andar lo fece cercando un pezzo; e al fin fuor d'una pietra vide una fonte uscir ne la foresta, ne la qual si lavò dal piè alla testa.

Tu leggi, e un compagno zufola e rizufola per il lungo e per il largo, per delle ore, l'Inno dei lavoratori e subito dopo, un altro, te ne canticchia la prima quartina, ricominciandola con sempre crescente piacere: Su fratelli, su compagni. Su venite in fitta schiera, Sulla libera bandiera Splende il sol dell'avvenir.

Parmi che su ne l'alto il Sol non splenda, E che seco ogni luce a noi sia tolta, Onde in profondit

Brydone prosegue la sua descrizione fermandosi sui ritratti di lei e del marito attaccati alle pareti della stanza di lui e sopra un certo scambio di parole tra lui e lei, la quale avrebbe dato il tema di quei ritratti al pittore; e conclude: «Benchè sia stata vent’anni qui, madama è restata così perfettamente francese come se non fosse mai uscita da Parigi, e guarda da alto in basso e con grande disprezzo ogni donna di Palermo sol perchè le palermitane non hanno mai avuto la fortuna di vedere quella capitale, di udirne la musica sublime dell’Opera»²⁴².

Quant'esser convenia da se' lucente quel ch'era dentro al sol dov'io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! Perch'io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, si` nol direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non e` maraviglia; che' sopra 'l sol non fu occhio ch'andasse.

Ma, il tempo scorre; e niuno venire io veggio,... e nulla so... Del tutto Seneca anch'egli or mi abbandona?... Ah, forse piú non respira... Oh cielo!... ei sol pietoso era per me... Neron giá forse in lui il furor suo... Ma, oh gioja! Eccolo, ei viene. OTTAV. Seneca, oh gioja! ancor sei dunque in vita? Vieni, o mio piú che padre... E che? nel volto men tristo sembri: oh! che mi arrechi?

Cosi` vid'io la settima zavorra mutare e trasmutare; e qui mi scusi la novita` se fior la penna abborra. E avvegna che li occhi miei confusi fossero alquanto e l'animo smagato, non poter quei fuggirsi tanto chiusi, ch'i' non scorgessi ben Puccio Sciancato; ed era quel che sol, di tre compagni che venner prima, non era mutato; l'altr'era quel che tu, Gaville, piagni. Inferno: Canto XXVI

"Te a mattutino, te a mezzogiorno E te a compieta Chiama una gente irrequieta, Che in mezzo ai vortici degli arcolai Tesse la tela dei lunghi guai: Ave, boccone, cotto nel forno! "Sudore e lagrime inteneriscono Un pan di cenere e di carbone Che il dente macina della malsana, Macchina umana. Ave, boccone! "O Pane, o Pane, o giallo o nero, Tu sol sei vero, Ave, spes unica.

Parola Del Giorno

branchetti

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