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Aggiornato: 14 giugno 2025


Il gesuita seguiva in silenzio. Arrivati in una galleria dove si aprivano più porte, il padre d'Ebro s'inchinò profondamente dietro il personaggio che lo precedeva, quasi per pigliare commiato da lui. Allora questi si volse e gli fe' segno di continuare a seguirlo. Il gesuita girò il manubrio della porta.

La marchesa Polissena stava per dargli risposta, quando fu bussato all'uscio, e un servitore entrò, annunziando l'arrivo di due signori, che chiedevano di parlare al conte Gino. Falli passare nel salotto; disse Gino, dopo aver dato una guardata ai biglietti di visita che il servitore gli aveva consegnati. Vengo subito da loro. Il servitore s'inchinò ed escì, per eseguire i comandi ricevuti.

S'inchinò due volte innanzi a Lidia; una volta innanzi alle altre signore; delibò compiacente le lodi degli amici e si divertì a lasciarsi osservare come persona assicurata ai posteri; finì coll'accomodarsi sul divano, di fianco a Lidia.

Così dicendo, prese la mano della signora e s'inchinò per baciarla. Era un po' confusa, la signora Angelica, anzi sconcertata senz'altro. E non meno confusa, non meno sconcertata la signora Olimpia, a cui si volgeva il conte Malatesti, dopo aver baciata la mano della cognata. Avrebbe voluto schermirsi, ritirare la sua.

Il Polverari s'inchinò profondamente e subito, con molta scioltezza, le porse la mano: Signora, io sono ben lieto di fare la sua conoscenza. Col professore noi siamo gi

Il servitore s'inchinò, e senza risicare una sillaba di più, ripassò il vestibolo che precedeva la galleria e rientrò nella vasta anticamera; dove forse una diecina d'altri servitori stavano qua e l

Il capo-custode s'inchinò profondamente, e condusse la signora attraverso un labirinto d'anditi e di scalette, fino a quel tal camerone, a cui mettevano capo le porte di tante segrete, e nel quale vedemmo gi

E senza badare a sua moglie, senza pensare alla sconvenienza, che stava per commettere, s'inchinò a donna Maria, ed escì, adducendo a scusa che un servo attendeva i suoi ordini. Camilla gli guardò dietro con rabbia. «Oh! pensò, chi mi avrebbe detto che qui dovevo trovare l'innamorata di Federico?

Come sentì d'essere libera, tutto per gioja quasi se le fea raggiante il viso, volse gli occhi ossequiosi al cielo e poscia teneramente li pose all'amico, e parve invitarlo a dividere con lei la nuova letizia che le cercava l'animo: intese il linguaggio affettuoso il giovinetto, s'inchinò sull'amato volto, e tutto tremante le baciò la bocca amorosa e ne raccolse un soave sospiro.

Il signor Dalla Noce si levò l'occhialino che aveva inforcato al naso e s'inchinò con molta gravit

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