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Aggiornato: 31 maggio 2025
Il terreno non è piano, ma accidentato, percorso da piccoli ruscelli, in molti punti paludoso; vi abbondano gl'istrici, le tartarughe e le serpi; noi vi trovammo spesso delle penne di galli selvatici, avanzi del pasto di qualche aquila: ciò dava ancora maggior risalto alla cupa poesia di questa riviera.
Nello splendore delle due finestre si vedeva il parco arruffare nel vento le sue mille criniere. Gli abeti si piegavano tutti da una parte come grandi vele buie. Mi appoggiai con la fronte ai vetri, dai quali filtrava una lama di vento, sottile. Guardai l’erba dei prati, che scorreva, come se la traversassero in furia cento ruscelli. Sentivo il peso delle mie trecce pesarmi fin su l’anima.
La valle per dove passò tanto fiume di popoli, e dove tanta forza d’invasori contese la bella terra di Francia, era quel giorno tutta scapigliata, le sue foreste eterne si arruffavano, i suoi freddi ruscelli balenavano tra l’erba delle alte praterie. Valicato un ponte presso il villaggio di Arnéguy, fummo su terra francese. Di l
Il maggio, colle sue rose, colle sue rondini in cerca del vecchio nido e coi ruscelli colmi d'acqua appena calata giù dall'alto, metteva fremiti nuovi di nuovi amori. Una gran benedizione discendeva dai cieli tepidi, tersi e diffusi, parlando di pace, di gioia, sorridendo benigna al fecondo lavorìo della natura. Ma il signor di Gaucherin, da quella notte, si era fatto infelice e cupo.
Ora se lo preme delirante contro il seno, e col manico del pugnale ammacca le costole e il petto del conte, che mugola pel nuovo spasimo, e poi lo bacia, e lo ribacia con le labbra ingrommate di sangue. In breve mani, seno, faccia, e capelli del conte grondano sangue: non poteva tenere gli occhi aperti e la bocca senza che se ne sentisse piovere dentro caldi ruscelli, e accecarlo, e soffocarlo.
Quale stupendo panorama di monti tutto all'intorno, quali tinte calde non si perdono nei vapori dell'orizzonte! Cicerone fu figlio della pianura, non dei monti; egli, spirito vasto, radunò in sè quale fiume potente tutti i ruscelli dello scibile suo contemporaneo. Mario invece fu figlio delle montagne, nato proprio in Arpino, fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo salire.
Arunto Fleno Non tanta foga, giovanotto mio! Sulla porta di quel castello è scritto: Abbasso gli uomini! Piuttosto, io ti consiglierei di aspettare qui. Spesso dal loro nido vengono fuori, e volano, volano, girovagando tra i ruscelli, gli alberi, i fiori, e spesso qui si fermano riempiendo l’aria dei lor lai melodiosi. Arunto Benissimo! Benissimo! Fleno Non tanta foga, giovanotto mio!
In modo strano si torce e s'ammucchia il paesaggio, poi cade a pezzi, a poco a poco, crollando in torrenti di case, in ruscelli di verde, interminabilmente, sotto di me, a rovescio....
Presentendo soccorso dagli amici, valoroso sempre, egli fece uno sforzo supremo, che valse parte ad infrangere e parte a sciogliere i legami con cui lo avevano avvinto. Inerme come era, abbrancossi ai suoi carnefici, che armati cercavano di trafiggerlo in ogni senso. Il suo sangue correva a ruscelli senza scemare il coraggio della difesa.
Alcuni, come il Reno, che si perdevano nelle sabbie prima di giungere al mare, dovettero essere incanalati, e difesi dalla marea alla foce con cateratte formidabili; altri, come la Mosa, fiancheggiati da dighe altrettanto potenti che quelle innalzate contro il mare; altri deviati; le acque vagabonde, raccolte; regolato il corso degli affluenti; ripartite le acque con rigorosa misura in vari sensi per mantenere in equilibrio quella enorme massa liquida, della quale un leggero spostamento basta a inabissare provincie intere; e così tutti i fiumi che spandevano anticamente per il paese le loro acque sfrenate e devastatrici, furono disciplinati come ruscelli e costretti a servire.
Parola Del Giorno
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