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Aggiornato: 10 luglio 2025


La notizia ufficiale della ruina di casa Ferretti, è venuta a darmela il conte Anton Mario del Pozzo; lui stesso!.. E volle confortarmi con la certezza che a me non mancher

Con quei ne vien l'ingiuriata Alcina; e molta di sua gente have raccolta per por lo stato a se stessa in ruina, o racquistar la cara cosa tolta. E bene è amor di ciò cagion non lieve, ma l'ingiuria non men che ne riceve. 49 Ella non ebbe sdegno, da che nacque, di questo il maggior mai, ch'ora la rode; onde fa i remi affrettar per l'acque, che la spuma ne sparge ambe le prode.

si` lascio` trapassar la santa greggia Forese, e dietro meco sen veniva, dicendo: <<Quando fia ch'io ti riveggia?>>. <<Non so>>, rispuos'io lui, <<quant'io mi viva; ma gia` non fia il tornar mio tantosto, ch'io non sia col voler prima a la riva; pero` che 'l loco u' fui a viver posto, di giorno in giorno piu` di ben si spolpa, e a trista ruina par disposto>>.

PARDO. Io son molto mal sodisfatto di lui, perché non li vedo far cosa che mi vada a gusto: è tanto mutato da quel di prima, che non mi par desso. Da quel benedetto giorno per non dir maladetto, che menò la sorella da Costantinopoli, menò seco la cagione della sua ruina. Ahi, tardo mio pentimento! Tutti i suoi pensieri tendono all'ozio.

La legge civile non ha a fare cavelle con la legge loro in punizione; ma solo in colui che è posto a signoreggiare e a ministrare nella legge divina. Questi sono e' miei unti, e però dixi per la Scriptura: «Non vogliate toccare e' cristi miei». Unde a maggiore ruina non può venire l'uomo che se ne fa punitore.

Eh eh! mica sovente, père Pradau. Di chi la colpa? Una cosa non pertanto era restata in piedi in questa ruina delle istituzioni dei nostri padri: che il domestico avrebbe servito il meno possibile il suo padrone e si sarebbe fatto il più possibile servire da lui. Un articolo essenziale della nostra Carta non era stato mai violato ed i nostri confratelli dell'altro lato dalla Manica, quei perfidi Albionesi, vi tengon sodo quello, che interdice d'invadere sulle funzioni del suo collega. Consultate a questo proposito la storia. Io leggeva, non

ché, come noi venimmo al guasto ponte, lo duca a me si volse con quel piglio dolce ch’io vidi prima a piè del monte. Le braccia aperse, dopo alcun consiglio eletto seco riguardando prima ben la ruina, e diedemi di piglio. E come quei ch’adopera ed estima, che sempre par che ’nnanzi si proveggia, così, levando me ver’ la cima

Qual e` quella ruina che nel fianco di qua da Trento l'Adice percosse, o per tremoto o per sostegno manco, che da cima del monte, onde si mosse, al piano e` si` la roccia discoscesa, ch'alcuna via darebbe a chi su` fosse: cotal di quel burrato era la scesa; e 'n su la punta de la rotta lacca l'infamia di Creti era distesa

Ma perché non debbo io piangere? che consolazione arò piú in questa vita? deh, perché non la lascio? perché non m'uccido per disperato? PANURGO. Padrone, ricordatevi che la disperazione è ruina delle speranze; e il ricorrere che si fa piú tosto alle lacrime che a' rimedi, è di persona vile e che non vuole che i desidèri si conduchino a fine.

PANURGO. Pregheremo Alessio nostro amico, overo ne allogheremo alcune, se ci mancano. ESSANDRO. Qui bisogna prestezza, ché la ruina è vicina. Vai e ritrova il parasito e Alessio, e reca le vesti a casa tanto presto che quando io stimi che cerchi le cose, ti trovi a casa. PANURGO. Me ne vo, dunque. ESSANDRO. Dove?

Parola Del Giorno

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