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Aggiornato: 18 maggio 2025
Fuvvi in Siena una donzella Disposata a rio signore; Egli infida alma rubella, Ella giglio di candore. Ma il crudele omai l’aborre, Ch’altra donna in cor gli sta. In maremma abbandonata Ei la chiuse in suo castello. Attendea la fiduciata Per più lune il crudo Nello: Fu delusa in sua fidanza! Ei mai più non torner
Ritornomi a la porta, dove quella mi piega col temone di sue pugna, drieto chiamando sempre: Alma rubella, alma proterva, fa' che non ti giugna scamparti da colui che qui ti move ad una faticosa e strana pugna, ch'avrai con esso teco e non altrove, e per vincer leoni, tigri ed orsi, vincendo te, minori son le prove! Summa et omnium difficillima est victoria sui.
non voi sì bella, io non così bramoso; voi non sì dura, io non sì frale almeno fossi; non voi d'amor rubella, io servo; ch'io sperarei nel stato mio gioioso goder un giorno almen lieto e sereno, piegando alquanto il core empio e protervo. Di Bernardo Molza
Muoja chi non vuol vivere!... I piagnoni, Non morti, io li detesto!... Io sparirò pria che i capelli bianchi M'abbian cinta la fronte, ed ho poche ore, Ma vo' morir colla testa sui fianchi Ignudi d'una donna amata e bella, Ripetendo le libere canzoni Di mia mente rubella! Milano, dicembre 1876.
A tanta vista io mi rivolsi, e stretto Tenere il fren non valsi a' miei desiri Sì, che da me rubella uscì dal petto L'anima tra gli affanni e tra i sospiri, E, come dir non so, provai diletto, E ne l'istesso tempo anco martiri, E pianti sparsi, e trasformai sembiante In gran pensieri ora arsa, ora tremante.
10 Dove, poi che rimase la donzella ch'esser dovea del vincitor mercede, inanzi al caso era salita in sella, e quando bisognò le spalle diede, presaga che quel giorno esser rubella dovea Fortuna alla cristiana fede: entrò in un bosco, e ne la stretta via rincontrò un cavallier ch'a piè venìa.
Ed in talun di quegli alberghi santi Una donna io vedea ch'erami stella; E a lei movendo i guardi miei tremanti, S'umilïava mia ragion rubella: Mi parea ch'a me un angiolo davanti Stesse per me pregando, e allora in quella Amica del Signor ponendo io speme, «Ah sì, diceva, in ciel vivremo insieme!»
Che per entro l'inferno a' suoi desiri De gli empi spirti ogni contrasto è vano, Nè mai sa ritrovar, salvo martiri, S'a lui rubella l'ardimento umano. Ei del gran Ciel d
Parola Del Giorno
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