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Aggiornato: 24 luglio 2025


Quando i signori romani si recavano a villeggiare ad Anzio, la citt

Non importa, pensò il momento dopo; e con voce più forte, quasi volesse rimettere il tempo perduto, con raddoppiata prestezza gridò: Trecento ducati a cui gli salvi... trecento ducati d'oro, dico... trecento ducati servono per maritare due figliuole... Romani! Nessuno si allenta? Sgombratemi davanti... davanti, dico... Cristo mi aiuti!

Lucullo fu uno dei generali romani che maggiori conquiste ebbe a fare nell'Asia. L'architettura del castello era superba e superbamente conservata.

Il presidente del Consiglio sotto il comitato esecutivo, Muzzarelli; il ministro di grazia e giustizia, Lazzarini; quello degli esteri, Rusconi; i ministri dell'interno, Saffi e Mayr; delle finanze, Guiccioli e Manzoni; dei lavori pubblici, Sterbini e Montecchi; della guerra, Campello e Calandrelli, appartenevano tutti agli Stati romani.

Grandi furono certamente l'aristocrazia, i governanti romani in vigoria; ma grandissimi in prudenza governativa, in non ostinarsi mai contro alle concessioni diventate necessarie. È vero, che quest'ultima accrebbe smisuratamente numero e forza alla plebe, la fece di potente prepotente. Ma chi può dire ciò che sarebbe succeduto senza tal concessione?

Sai quel ch'el fe' portato da li egregi Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, incontro a li altri principi e collegi; onde Torquato e Quinzio, che dal cirro negletto fu nomato, i Deci e Fabi ebber la fama che volontier mirro. Esso atterro` l'orgoglio de li Arabi che di retro ad Annibale passaro l'alpestre rocce, Po, di che tu labi.

È tempo, diceva, proseguendo in mezzo al silenzio degli altri un lungo discorso, è tempo ormai che vi laviate da questa macchia, o Romani. L'Italia segue con occhio intento i suoi figli, che mossero per liberarvi a prezzo del loro sangue. E guarda voi pure, e dice, , fratelli, ve lo dice colla mia bocca: E Roma, che fa, che non risponde all'appello? Sarebbe vero ch'essa ami le sue catene? Sar

Alle due antimeridiane del 25 ottobre una compagnia di gendarmi, coadjuvata da un battaglione di zuavi si presentò alla casa Ajani, intimando la consegna delle armi e la resa. Alla minacciosa intimazione i Romani risposero impegnando un sanguinoso conflitto. Erano cinquanta, e non avevano che 28 fucili e 20 bombe alla Orsini!

I Romani dopo questa dichiarazione se ne dormivano fra due guanciali: forse si confidavano nella custodia delle oche tradizionali del Campidoglio.

Qui faceva le sue orgie Nerone, che era nato ad Anzio e vi aveva impiantato una colonia; qui fece il suo trionfale ingresso, tirato da bianchi destrieri, di ritorno dalle sue rappresentazioni teatrali in Grecia. Anche prima, Anzio era stata dimora preferita dei Romani: Attico, Lucullo, Cicerone, Mecenate, Augusto vi ebbero le loro ville.

Parola Del Giorno

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