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Aggiornato: 18 maggio 2025
Il presidente del Consiglio sotto il comitato esecutivo, Muzzarelli; il ministro di grazia e giustizia, Lazzarini; quello degli esteri, Rusconi; i ministri dell'interno, Saffi e Mayr; delle finanze, Guiccioli e Manzoni; dei lavori pubblici, Sterbini e Montecchi; della guerra, Campello e Calandrelli, appartenevano tutti agli Stati romani.
Intanto l'Assemblea commetteva ai signori Rusconi e Pescatini si conducessero al Capitano Oudinot, e meglio a voce gli spiegassero la protesta precedente l'ultima deliberazione, e lo fecero; di che l'Oudinot sgomento giurava tacto pectore del tutto fuori delle sue intenzioni, e delle istruzioni del Governo ristorare il Papa, desiderava il voto del popolo liberissimo si palesasse, qualunque poi il governo uscito da quello egli prometteva osservarlo; un popolo fraterno aprisse le braccia ad un fraterno popolo accorrente a salvarlo onde le bandiere unite sventolassero sul Campidoglio, come a Civitavecchia. Richiesto di dettare un bando in questo senso si obbligò farlo; gli oratori romani parvero contentarsene; e per pegno di animo riconciliato consentì di rimandare con gli oratori a Roma il capitano Fabar, che da vicino renderebbe meglio capaci municipio, ed Assemblea dell'animo del generale; e l'erano le medesime lustre; volevano entrare. L'Assemblea uditi gli oratori, ed i Triumviri Saffi e Armellini, dacchè il Mazzini avverso agli accordi si astenne dallo intervenire e questo fu atto lodato di temperanza civile, confermò il partito gi
«Dopo la prima vittoria la causa non è vinta; accorrete in armi tutti, generosi fratelli a dividere la gloria come divideste per tanto tempo i dolori. Bologna, 9 agosto 1848. Bianchetti, Pro-delegato Pepoli Gioacchino-Napoleone Biancoli Oreste Berti Lodovico Gherardi Silvestre Dottore Frezzolini Rusconi Federico».
Masi, Filopanti, Agostini, Carlo Rusconi, Garibaldi parlarono in favore della repubblica. Vinciguerra esclamava essere tempo di finirla coi Papi, assentivano Gabussi e Savini. Bonaparte principe di Canino, dichiarava impossibile la conciliazione del papato con la libert
Nè importa a noi, e sarebbe bassa voglia, chiarire le bugiarderie dei rapporti dell'Oudinot, che francese egli era, ed aveva per dirle più bisogno degli altri; piuttostochè improvvido volle passare per gaglioffo; e tale sia di lui; la superbia offesa gli diede la febbre, e il Rusconi, chè lo vide in quel torno a Castel di Guido scrisse, secondochè notai averlo trovato stravolto, angosciando in mezzo ad un vaniloquio di errori, di minaccie, e di sospetti per non dire paure; poteva acchetarsi ad essere argomento di scusa, dacchè la fortuna delle battaglie stia in mano di Dio, prescelse farsi oggetto di scherno di faccia alla Europa: e' sono soldati.
Parola Del Giorno
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