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Aggiornato: 24 luglio 2025


L'Oudinot andategli a bene le fraudolenze a Civitavecchia le riprova a Roma inviandoci col solito Espivent un Leblanc, e un Ferand i quali trovarono nei Triumviri osso duro a rodere; alla esposizione che fecero delle cause che avevano condotto i Francesi a Roma udirono rispondersi: strano consiglio il loro se per preservare i Romani da invasione austriaca li sottoponevano a invasione francese; governo libero, e di propria scelta possedere il popolo romano essere punto mestieri ch'essi venissero a manipolargliene un'altro: guerra col Papa non averne, a lui scappato avere sostituto i Romani la repubblica col suffragio universale, appunto come in Francia; dopo ciò insolenze dal lato dei Francesi ebbero a mettere dentro la lingua, misero fuori la spada, e lo potevano fare prima, e conclusero col domandare se intendevano o no ricevere i soldati in Roma di amore e di accordo, e i Triumviri tosto: per loro no, ma doverne consultare l'Assemblea. L'Assemblea consultata dichiarava alla unanimit

Il Campidoglio appartiene a tutti i romani. Ecco, dirò. Non c'è nessun testo di legge che lo stabilisca. Il Campidoglio è fatto per gli Dei protettori di Roma e pel popolo radunato in giusti comizii, non gi

Se ora quel paese è sterile, ne sono causa le devastazioni successive dei Babilonesi, Egiziani, Sirii, Romani, Saraceni, Arabi¹³, ecc. e l’attuale mancanza di coltura. ¹³ Gerusalemme fu presa e saccheggiata 17 volte, dice Chateaubriand: nessun’altra citt

Nel combattimento del 9 si distinsero il marchese Patrizi comandante la Sezione composta di perugini e di marchigiani che si comportarono da eroi; combatterono da prodi veterani i bersaglieri romani comandati dal Tittoni ed il battaglione della sezione composta di romagnoli; ebbe il cavallo ucciso e riportò ferita il maggiore Diamilla-Muller aiutante di campo del generale Ferrari mentre conduceva al fuoco due compagnie.

Signori, io sono il Còrago.... non vi spaventi il vocabolo!... sono colui che nei teatri romani forniva le decorazioni, i vestiti, le macchine e tutti gli apparati scenici, raccogliendo in i moderni uffici di vestiarista, attrezzista e trovarobe.

altrove come a Roma tu avrai esempi del modo col quale la uguaglianza civile con tutte le potenze dell'animo si prosegua, e del modo feroce onde si punisce chi la insidia. Genuzio Cepione pretore mentre esce da una porta percosso da non so quale prodigio consulta gli auguri, che lo chiariscono lui destinare i fati a re di Roma ove mai ci ritornasse: da tanta scelleraggine aborrendo ci si condanna a perpetuo esilio. I Romani in memoria del fatto ed in laude dell'uomo su cotesta porta ponevano la sua immagine condotta in bronzo; però la porta ebbe nome di Raudusculana, chè in antico il bronzo si chiamava raudera. Spurio Cassio Vescellino sendo tribuno della plebe propone primo la legge agraria per gratificarsi il popolo nel pravo intento di assoggettarselo poi. Cessato lo ufficio il padre Cassio convoca il consiglio di famiglia di parenti, e di amici, e lui accusa e convince d'insidia alla libert

Prima un Comitato esecutivo: due romani, Armellini e Montecchi; un napoletano, Saliceti; poi, il Triumvirato: proporzione identica di elementi. Ma inferiormente al potere, quanti applicano e vivificano il concetto primo, quanti amministrando, sciogliendo le questioni individuali, operando ad ogni ora, esprimono e modificano il paese, furono romani.

Il numero di questi reggimenti era marchiato a caratteri romani sui grossi bottoni di metallo dorato di cui erano adorni gli abiti dei fanti italiani. Come gli oltramarini, anche reggimenti di italiani si suddividevano in 9 compagnie ciascuno. La loro forza complessiva oscillava nel 1790 intorno ai 6276 uomini, ripartiti in 162 compagnie organiche.

Dopo la morte di Ottone III, i Romani crearono patrizio romano suo figlio Giovanni, potere che egli tenne fino al 1012, anno in cui morì. D'allora in poi, la famiglia dei Crescenzi si continuò in Sabina e a Roma, ma senza assurgere più a grande importanza.

Il popolo gridava in piazza: Lo volemo romano! Fu per compromesso eletto un napoletano, e cosí suddito francese, Urbano VI. Contentaronsene i romani, ma non i cardinali francesi, i quali pochi mesi appresso elessero un francese davvero, Clemente VII. Ne seguí per quarant'anni quello che fu chiamato poi il grande scisma occidentale, una serie di papi italiani in Roma, a cui obbedivano la penisola italiana e Germania; ed una serie di papi francesi in Avignone, a cui obbedivano Francia, Inghilterra e Spagna con Sicilia.

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