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Aggiornato: 13 giugno 2025
Ed io, intanto, ringrazio il Signore che m'abbia dato un figliuolo come il mio Damiano: sì, che Lui ti benedica. A queste parole, il giovine sollevò la fronte rasserenata come prima; e parve, la sua mesta sembianza rischiararsi di quella luce interiore, che viene da un'anima pura e contenta. S'avvicinò alla madre; e chinandosi un poco, prese con riverenza la mano di lei, e la baciò.
Tu sai che le mie labbra... sarebbero capaci di ridurre in cenere una sigaretta ogni minuto secondo. Carlo Cielo, ti ringrazio! Fifì Di che? Carlo Di non essere una sigaretta. Del resto, tu mi fumi lo stesso. Fifì Carlo Un piede. Fifì Un bottone mi ha tradita. Aggiusta tu. Carlo
Noi siamo, signor di Vaussana, due edificatori di piramidi. Voi vorreste che io fabbricassi la mia coi vostri materiali. Vi ringrazio, ma non ne ho bisogno. Costrutta coi miei poveri mattoni, la mia si regge, come la vostra col suo vecchio granito. Segno, per uscir di metafora, che i nostri sistemi sono due rispettivi concepimenti del nostro spirito. Vi ricorderò a questo proposito ciò che ho sentito dire un giorno a Parigi da una gran dama russa, a cui si domandava in che consistesse la vantata ortodossia della religione sua, che era, dopo tutto, scismatica: «l'orthodoxie c'est ma doxie
Il buon prete mi strinse con effusione la mano e mi ringraziò così vivamente del servizio resogli che a dir il vero ne arrossivo un poco. Mi pareva disdicevole che il Signore ringraziasse Mefistofele d'avergli sedotto il suo Fausto. Ma come, ripensandoci poi, dovetti ammirare la profonda rettitudine, l'alta carit
Del resto, ti ringrazio della profferta; ripigliò Filippo, con accento malinconico, ma non potrò scrivere nel nuovo giornale. Questo lusso non è fatto per me. Si perderebbe del tempo, ed io non posso perdere neanche un'ora del mio. Vedi, Ariberti; io dovrò faticar molto per vivere agli studi in Torino, e cercarmi forse qualche occupazione fuori via, per guadagnarmi il diritto di restare. Hai da offrirmi lavoro? Lo accetto, qualunque esso sia. C'è da far l'amanuense? Ho, grazie al cielo, una bella mano di scritto. Far di conti? Ho l'aritmetica sulle dita. Vegliare infermi? Non patisco il sonno. Corregger bozze di stampa? Ho buoni occhi. E poi, non vedo che una cosa; rimanere agli studi. Sono venuto con questa idea. Forse è una vanit
Tutto ciò che mi piace piace a Luigi; il nostro accordo sulle cose dell'arte e del pensiero continua intorno alla vita. «Il babbo mi domanda se sono contenta: io ringrazio il Signore della felicit
Andrea ringraziò, assicurando che non ce ne sarebbe stato bisogno; ma appena uscito dal palazzo della Gran Guardia Vecchia si volle persuadere di essersi molto annoiato, e giurò a sè stesso che non avrebbe più messo il piede in una fiera di beneficenza.
Sì, bene, la ringrazio; disse il priore, che appariva grandemente confuso, e non fingeva davvero; la ringrazio della sua... comunicazione.... Vedrò, penserò, farò cessare questa ragazzata, perchè, infatti, Lei ha ragione; un galantuomo non può permettere che una fanciulla si perda così nella stima della gente. Ha ragione, ripeto, ed io le sono gratissimo. Non mi domandi di far tutto oggi stesso; debbo studiare il modo e l'opportunit
Quando il professore entrò, don Letterio alzò il capo da' suoi scartafacci e tendendogli la magra mano bianchissima, lo salutò con affetto: Siete venuto presto, Mattia. Così va bene; vi ringrazio. Mi ringraziate, don Letterio? Che cosa dovrei dir io a voi per la bont
Egli osservò quell'atto e riprese: No, io non tenterò alcuna via per allontanare da me quel pericolo; sarebbe inutile. Ad ogni modo vi ringrazio. Vi rivedrò ancora? io chiesi, quasi dubitoso di lasciarlo così fermo in quel proposito. Egli sorrise con espressione di gratitudine, e disse: quando vorrete, a domani? A domani.
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