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Ma io gli ho detto che la giustizia dee farla chi regna sulla Castiglia. E sulla Castiglia non regna il re d'Aragona. V'intendo: ma chi dovrebbe regnare sulla Castiglia è lontano ancora da noi. Amore e piet

C uor mio rispose quivi non s'adopra V estir alcuno dove regna Amore, L o qual ignudo va co' soi seguaci: T aci dunque, pazzarello, taci! A llor fui ricondutto a grand'onore T ra gioveni leggiadri e damigelle, A vanti una piú bella de le belle. «Vanum cor vanitatis notitiam quaerit corpori». BERN. V enere fu costei, la qual nel seggio R egina di Matotta il settro tiene.

e vederai color che son contenti nel foco, perche' speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a cio` piu` di me degna: con lei ti lascero` nel mio partire; che' quello imperador che la` su` regna, perch'i' fu' ribellante a la sua legge, non vuol che 'n sua citta` per me si vegna.

«Per Cristo Signor nostro. Figlio tuo, che teco vive e regna nei secoli dei secoli». «Così sia». Finita la Benedizione, cominciava ora la Messa. «In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Mi accosterò all'altare di Dio». «A Dio che è letizia della giovinezza mia».

Come no? L'Angiolo sterminatore lesse in Egitto la sentenza di Dio impressa su gli stipiti delle porte con nota di sangue: così almeno ho udito sovente predicare ai nostri sacerdoti. Voi vi dimenticate, Signora, che qui in Roma Iddio ebbe per suo vicario Sisto V; quello che regna, Clemente VIII, immaginate gi

Degno e` che, dov'e` l'un, l'altro s'induca: si` che, com'elli ad una militaro, cosi` la gloria loro insieme luca. L'essercito di Cristo, che si` caro costo` a riarmar, dietro a la 'nsegna si movea tardo, sospeccioso e raro, quando lo 'mperador che sempre regna provide a la milizia, ch'era in forse, per sola grazia, non per esser degna;

Facciamo scaturire una fontana Dalla sabbia e dal mal la Poesia, Poichè l'evocatrice fantasia Che non ha culla e che non ha confine, Dovunque regna e da ogni cosa em

Con legge uguale Il benefico Sol dispensa a tutti Il vivifico suo raggio, ed uguale Splende, come il Sol, l'anima in tutti. Tal sia la legge e la giustizia! Uguale A tutti ognuno, e uguale a ognun sian tutti; Tutti un nome, un pensier, tutti un'insegna: Il popol Dio, che a Dio somiglia, e regna!

Ma questo budello Mezzocannone, questo schifoso intestino napoletano, ha pur una regina. Il re è orribile; la regina è incantevole. Il re si chiamava, al tempo suo, Alfonso II d'Aragona. Ma la regina? Ella vive e regna in fin della stradicciuola. Come si chiama la regina?

Ecco l'abisso del pianto, del rimorso, dell'ira; mi appiglierei al ferro tagliente per non precipitarvi, la forza mi vi strascina. Donde nasce questa forza maledetta? dall'Inferno, o dal Cielo? Nol so, nol vo' sapere; la forza vive e regna, ed io sono condannato a precipitare. Oh! se mi fosse concesso domandare ragione! se il potere di muovermi con gli elementi!....»