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Aggiornato: 20 maggio 2025
«Noi si studiava, ma la nostra mente faceva mille progetti per concorrere a liberare il nostro paese, ognuno di noi sognava d'essere un eroe e di riuscire in qualche impresa ardita da far tremare quelli che ci opprimevano; fra una lezione di latino e di teologia si scrivevano dei versi nei quali s'invocava l'angelo sterminatore che sperdesse i nostri nemici. Quando poi si seppe che Pio IX, il nostro pontefice, favoriva la libert
Danno a Sisto facile la lode di sterminatore di banditi, e ciò ch'è peggio ai giorni nostri ripetono siffatto resultato doversi alle immani asprezze di lui, e questo non risponde al vero; al contrario si deve ai buoni uffici co' quali seppe nei primordi del suo pontificato conciliarsi i principi circostanti, ond'egli gli ebbe a provare benevoli quanto malevoglienti Gregorio, per la quale cosa disperati di asilo, sicuri di non potersi oggimai sottrarre alle meritate pene scomparvero: essendo anco a quei tempi per esperienza conosciuto dai rettori di stato non la gravezza bensì la sicurezza del castigo quella che tira indietro gli uomini da mal fare; la quale sentenza occorre significata nei ricordi di messere Francesco Guicciardini con queste parole di oro: «le pene eccessive... non sono necessarie, perchè da certi casi esemplari in fuora, basta, a mantenere il terrore, il punire e' delitti a 15 soldi per lira, pure, che si pigli la regola di punirli tutti.» Di vero, quando Sisto reputandosi bene assodato prese a fare il viso dell'arme ai principi non più Filippo II ordinò ai vicerè di Napoli, e di Milano obbedissero i comandi del Papa quanto e meglio dei suoi; Venezia, e Toscana gli procederono avverse, e allora, che cosa gli valse segnare ogni giorno della sua vita col taglio di una testa? Che i campi, le strade, e le foreste gremite di pali co' capi mozzi fittici su? E che salutare co' dolcissimi nomi quelli fra i suoi governatori i quali con maggior copia di teste mozze lo presentavano? Sul declinare della sua vita i banditi sguinzagliati dai principi tornarono a nabissargli lo stato; Piccolomini in Romagna, Sacripante in Maremma, Battistelli nella campagna di Roma; nel luglio del 1590 scorrazzarono fino alle porte della eterna citt
Come no? L'Angiolo sterminatore lesse in Egitto la sentenza di Dio impressa su gli stipiti delle porte con nota di sangue: così almeno ho udito sovente predicare ai nostri sacerdoti. Voi vi dimenticate, Signora, che qui in Roma Iddio ebbe per suo vicario Sisto V; nè quello che regna, Clemente VIII, immaginate gi
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