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Aggiornato: 19 giugno 2025
Essa compiangeva il povero Antonio; ma quel giorno era contenta perchè le aveva portata una lettera nella quale Enrico le scriveva che sarebbe presto venuto in congedo. Essa regalò al suo amico tante cose da portare a casa; delle frutta, della farina e delle uova. Prendi, disse, almeno che la tua mamma abbia da sostentarsi.
Sono messi del governatore che desidera una nostra visita, ma ce ne scusiamo per mancanza di tempo, abitando lui a circa tre ore, e Naretti gli invia in regalo un parasole e un pacco di candele.
E senz'altre parole, che troppo gli costava il parlare, le porse il passaporto traditore. Oh, bravo! esclamò Teresa; questo sì, ch'è un regalo che mi piace; e la ringrazio, don Omobono, e Dio le ne renda merito. Guarda, Teresa, un passaporto per andarmene dagli Stati del Papa. Io ritornerò a Fermo, e anche tu ci verrai.
Avrei dato un occhio della testa, dopo aver detto di sì, per liberarmi dell'invito; ma avrei dato l'altro per il gusto d'andarci. La vita senza occhi adesso mi pareva meno buia della vita senza Paolina. Pensai subito a qualche bel regalo, che non offendesse la malinconia del suo stato e nello stesso tempo contentasse il suo cuore.
Poi, a un tratto, come colpita da un'idea improvvisa: Perchè, ora che sai far la maglia discretamente, non le regali un paio di calze, fatte con le tue mani? Un paio di calze! ripetè la Gemma, allungando, il labbro di sotto con un visibile segno di disgusto. Non le pare un regalo troppo...troppo rozzo?
Prima di partire mi arrischiai a domandargli se gli operai non preparassero un regalo alla signorina per le sue nozze; mi disse di non saperne niente. Sapete almeno soggiunsi quando si fa il matrimonio? No, rispose con indifferenza questo non mi riguarda.
Il real Governo ne fu contento ed il Principe, pagate le spese, mi regalò una bellissima tabacchiera col suo ritratto contornato di brillanti. Non è a tacersi essere io andato in quei dipartimenti senza istruzioni, senza notizie delle finanze, essendosi il real Principe interamente affidato, com'egli graziosamente diceva, alla mia saviezza.
La Gioconda, anzi ormai la signora Gioconda, scelse anche lei un regalo: si era alla fine di maggio, ma volle ugualmente una pelliccia d'orsetto che avrebbe messa via per l'inverno: il metter via, la passione della serva, era rimasta pure la gran passione della governante. Matteo Cantasirena esultava ed era fiero, infatuato, convinto della parte che aveva sostenuta. Ah! ah!
Il signor Basilio comprese bene che alla fin dei conti la faccenda era la stessa, poichè come marito avrebbe amministrato i beni della sposa. Madama, esclamò, son ben lieto di fare alla mia fidanzata un così insignificante regalo.
A titolo d'un regalo a me e d'un onuri a me' niputi! Non bisogna guardare a spese! Ooh!... Appena arriva me' niputi! Mancu pi scherzu l'aviti a diri 'sti cosi! Mi vestu pirchì mi fa piaciri macari a mia; ma a spisi mei! E non cc'è' bisognu ca don Sciaveriu mi pigghiassi 'a misura. È 'u me' sartu... Sfidu! Pi chissu è 'u megghiu sartu d' 'u paisi! Ah! pi chissu?
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