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Aggiornato: 19 giugno 2025


Bisognava però attender per codesto. Imperciocchè non si colloca una figliuola prima di sedici anni; non si fa regalo di un'ereditiera ad un bel giovanotto, il quale non abbia almeno raggiunto i suoi diciannove o venti anni. Lo zio e la zia complicavano la situazione.

Quando li vide abbastanza grandi e robusti per non aver più bisogno del latte materno, pensò di regalare il più bello al suo padrone, che era un ricco signore di Firenze. Ci volle del buono e del bello a dividere i due animali, che non intendevano di lasciarsi, ma salvo questo incidente, il regalo fu ricevuto collo stesso piacere col quale venne fatto.

Mi fece sedere accanto, mi prese malinconicamente la mano, mentre gli occhi gli si riempivano di lagrime. Elisa? balbettai con voce tremante. È malata. Il nemico era passato devastando il paese. 15 dicembre. Negli anni passati la mia più grande ambizione era di fare un bel regalo al babbo il giorno di Natale.

Che cosa c'è, babbo? chiese la piccina. C'è che il Signore ti ha fatto un regalo, un un bel regalo: nientemeno che un fratellino. Un fratellino? E dov'è? Su, su, portami a vederlo, te ne prego. Il babbo aprì l'uscio della camera dove dormiva la mamma. A capo del letto c'era una donna di fuori che rifasciava un bambino.

Nella mia camera da letto, sullo specchio vedo una busta... Una lettera di Lidia, mi sono detto subito. Era un regalo di mia madre: era una busta coll'augurio: La pace sia con te.

Corse a sostenerla: era morta! In quel medesimo giorno il principe Rizzi presentò a sua moglie come un regalo l'anello insanguinato di Curzio, con queste parole: La partita è vinta! La principessa mandò un grido, e fuggì dal palazzo. Poche ore dopo essa era chiusa nel convento delle sepolte vive, dov'era badessa una sua zia.

Basta! diss'egli, stizzito, Levatemi questo codardo da' piedi! Anselmo, tu sei pratico di queste faccende e sai che cosa ci voglia per mantenere la disciplina e custodir l'onore di un esercito. Ti questo briccone in governo; fanne giustizia a tuo senno. Eh! un bel regalo! borbottò il Picchiasodo tra i denti.

All'Istituto dei ciechi poveri di campagna aveva lasciato il grosso della sua sostanza, cioè le rendite del suo fondo di Brentana: una somma era destinata per la pubblicazione delle memorie di suo padre: venti mila lire come regalo di nozze a Flora Polony, oltre a molti altri ricordi e regali a parenti e ad amici.

Fecero delle gite in carrozza che non costavano niente: trenta franchi per andare alla Turbie; venti franchi per Cap-Martin; sessanta per la Corniche. Tutto era per niente. Dieci minuti alle tavole da gioco e Nancy aveva guadagnato più di quanto occorresse per un mese. Nancy regalò alla cameriera il suo costume da viaggio.

Senza rispondere all'augurio, Varedo le regalò un biglietto di cinquanta lire e la congedò con parole amorevoli. Ella uscì confusa e singhiozzante. Con uno sforzo energico di volont

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prorruppe

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