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Aggiornato: 21 giugno 2025


La lista dei cittadini e dei patrimoni valutati ciascuno mezzo milione o meno d'un milione conteneva appena quarantacinque nomi. Allora non si parlava di Bennett, di Cyrus Field, di Jay Gould, di Russel Sage.

Era un uomo sui quarantacinque anni, vegeto, di lineamenti regolari, ma non simpatico per una certa falsa luce che gli brillava negli occhi. Aveva il turbante e il caffettano bianco. Parlava con molta vivacit

È un paese squallido: gli stabilimenti immensi e deserti aspettavano invano i soliti forestieri, che la paura del cholera scorrazzante per la provincia ha dispersi. Vi ho fatto novanta fanghi in quarantacinque giorni, conquistando l'ammirazione di tutti gl'inservienti, che non ricordavano d'alcun altro tale follia. E come tutte le follie è stata inutile.

Mamma, c'è Ezio disse Flora, andando incontro alla signora Matilde, che entrò ravvolta ne' suoi soliti scialli di lana, come se fossimo in novembre, con in testa la sua cuffietta a nastrini celesti, in cui il suo viso pareva ancor più delicato e pallido: ma la finezza dei lineamenti manteneva in quella donna malaticcia un'apparenza di giovinezza, che i quarantacinque anni avean passato da un pezzo.

Dalle sette alle sette e mezzo era scesa in giardino a innaffiare i quarantacinque tra vasi e vasetti della sua botanica e a dar da mangiare alle quattro galline del pollaio. Aveva portato il caffè in camera alla mamma e combinato con lei una lista per far onore al quasi cugino di Villa Serena, che si degnava di venire a colazione al Castelletto.

E subito dopo la signora Valeria soggiungeva: «Sono tutta sossopra per la morte (dopo due giorni di malattia; una pneumonite acuta) d'una mia carissima amica, l'Adelaide Nocera. Tu le facevi il viso dell'arme, e io non pretendo che fosse una donna perfetta; ma era così buona, così intelligente e vivace! E aveva il segreto della eterna giovinezza. A quarantacinque anni ne mostrava poco più di trenta... Anche adesso, composta nel suo letto, se tu la vedessi!... L'abbiamo assistita, Gustavo ed io... Povero Gustavo che l'amava tanto, da tanto tempo, che affrettava col desiderio il momento di darle il suo nome!... Povero Gustavo!... In che stato è ridotto!... È per questo che lo voglio portar via da Venezia... Andr

L'impresario non sa darsene pace. È una brutta cosa dover restituire 22,000 lire, chè tante ne erano entrate in cassa quel giorno. Ma il caso dello spettatore è anche più brutto. Il biglietto d'ingresso, secondo la tarifia del teatro, val quindici lire? Gli restituiscono puntualmente le sue quindici lire. Ma quel biglietto egli lo aveva pagato sessanta in un bureau di fuori via, che naturalmente non restituisce nulla, perchè non era lui il mallevadore della rappresentazione. E così avviene che il sullodato spettatore abbia pagato quarantacinque lire per non veder nulla, e per sentire altrettanto. In verit

Samuele viveva come un principe: avea un palazzo a Vienna, uno a Pietroburgo: avea comprato a Posilipo una graziosissima villa. Aveva una bella moglie, due figliuole bellissime. E toccava appena i quarantacinque anni. Il principe gli avea reso a Pietroburgo un segnalato servizio: e Samuele gli era molto devoto.

E il dover mantenere la finzione di avere ventotto anni quando se ne hanno quarantacinque è una fatica e una pena. Certo, ella adorava Nino; al solo pensiero che egli potesse stancarsi di lei o abbandonarla definitivamente le balenavano truci visioni di vendetta e di vetriolo, di disperazione e di morte.

Il signor Cavaliere era un uomo di quarantacinque anni, o in quel torno, da' capegli brizzolati, che portava sempre tagliati alla radice, e dal volto affatto ignudo, il quale lasciava scorgere in tutta la loro bellezza le cento grinze di un sorriso, che vi era come stereotipato, ed aiutava alla sua nominanza d'uomo piacevole e di belle maniere.

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