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Aggiornato: 24 giugno 2025
Guarda qui. MALFATTO. Non voglio piú guardare. Ma, come torno, voglio far un altro patto con voi e, se non ce vorrete stare, ve nne andarete con Dio. PRUDENZIO. Vien presto, sai? MALFATTO. Verrò quando parerá a me. FULVIA. Caminiamo, Rita, ché l'è notte. RITA. Vostro danno! Perché non siamo andate piú a bon'otta?
Noi ve ringraziamo: e certamente ch'un po' di suspetto è quello che mi tiene cosí ambiguo del venire; perciò che non è molto che simo stati assaltati qui nella strada da un certo maestro Antonio. RUFINO. Venite, non dubitate; ch'io vi prometto de farvi far domatina la pace per ogni modo con esso lui. PRUDENZIO. Io verrò, adunque. O sustituto nostro! REPETITORE. Che ve piace?
PRUDENZIO. Fa' ch'io non te l'abbia a ripilogare un'altra volta. Vieni meco. MALFATTO. E dove volete ch'io venga, adesso che vuol piovere? PRUDENZIO. E tu lassa piovere. MALFATTO. Be', sí, voi lo dite perché avete le scarpe sane: ma ché non me prestate le vostre, voi, a me e pigliateve le mie? PRUDENZIO. Tu vai optando ch'io non comperi l'altre nove.
PRUDENZIO. Per la machera. MALFATTO. Misser sí, farete molto bene. PRUDENZIO. E portame el clipeo ancora. Oh Luzio! LUZIO. Che volete? PRUDENZIO. Portame el clipeo e la machera nostra. LUZIO. Misser sí! MASTRO ANTONIO. Lagame andar con Dio. PRUDENZIO. Te nne vai, eh? vecchio insano, pedicatore, mentuloso, inrumatore pieno di marisce! A questo modo alli uomini stipendiati dal Gimnasio romano, eh?
MALFATTO. Per quale? per questa? PRUDENZIO. Per quella, sí. MALFATTO. Be', io voglio andar da quest'altra, io. PRUDENZIO. S'io vengo lá, te farò... Aspetta! MALFATTO. Ecco ch'io vo, sú. PRUDENZIO. Corri, che te rompi el collo! MALFATTO. Olá! Aspettateme, ché lo mastro vole che ve venga dereto. Mastro, caminano troppo forte. Io non li posso agiognere. PRUDENZIO. E va', sciagurato!
MALFATTO. Quello che ve disse poltrone. PRUDENZIO. Andastegli tu dietro? MALFATTO. Misser sí. PRUDENZIO. Hai tu saputo chi sono? MALFATTO. Misser sí: sono doi omini. PRUDENZIO. Ben sai che non sono doi equi. Vedi risposta de insipido! Non vedesti tu almeno dove entrorno?
PRUDENZIO. Vieni con noi sino all'emporio, ché mercaremo doi o tre oboli idest baiocchi de fercule per prandio. CURZIO. Addio, maestro. PRUDENZIO. Oh! Bona dies, magnifici mei patronissimi. Quomodo se habent, come stanno le Signorie Vostre? MALFATTO. Oh mastro! Questo è quello che me dette li quatrini: neh vero, quell'uomo? PRUDENZIO. Taci, se non che tu me farai convertire la ultrapelia in ira.
MINIO. Eh! non me date, ch'io ve voglio portar una buona cosa. PRUDENZIO. Io voglio che tu parli a tua sororia da parte nostra. MINIO. Oh! sapete, mastro... PRUDENZIO. Sta' cheto; lassa parlare al preceptore; non lo interrompere. E reportame la risposta. MINIO. Lo voglio fare, misser sí. PRUDENZIO. E noi te vorremo bene.
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