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Aggiornato: 21 giugno 2025
LAMPRIDIO. O Giulio fratello, ché persona piú desiderata non arei potuto incontrar oggi! GIULIO. Dio vi salvi e vi dia mille buon giorni! LAMPRIDIO. Un solo basteria a farmi felice. GIULIO. Se soverchiano a voi siano per i vostri compagni; a voi, Protodidascalo. PROTODIDASCALO. Oh come optatissimo ti obietti agli occhi nostri! LAMPRIDIO. Che sai d'Olimpia mia?
Balia ANASIRA commare MASTICA parasito OLIMPIA giovane TRASILOGO capitano SQUADRA suo servo LAMPRIDIO innamorato PROTODIDASCALO suo pedante GIULIO studente SENNIA vecchia madre di Olimpia TEODOSIO vecchio marito di Sennia EUGENIO suo figlio FILASTORGO vecchio padre di Lampridio LALIO paggio Capitano di birri. La scena dove si rappresenta la favola è Napoli. BALIA, ANASIRA comare.
Sia maladetto tal core e sia maladetta, Amor, la tua potenza, che in quel core ove piú regnar dovresti ti lasci come vil servo vincere e dispreggiare.... PROTODIDASCALO. Lasciategli essalar gl'ignicoli accensi nell'intimo del suo core, che exarso dalla concupiscenza abbi l'egresso per questi respiracoli. LAMPRIDIO.... Capelli, questo mio braccio non è piú vostro luogo!
L'elocuzione l'ho sicurissima. Cominciarò l'essordio e captarò benevolenza. Filastorgo here, patronorum patrone, incolumes sis, hospes sis: la tua radiante celsitudine bene veniat!... FILASTORGO. Quanto sarei stato ben meglio in casa mia! PROTODIDASCALO.... Lampridio, il vostro figliuolo, iterum atque iterum se gli commenda.
Orsú, me n'andrò ratto a Salerno per trovar Lampridio e gli darò la lettera, che per mancia non mi mancherá un banchetto da imperadore. LAMPRIDIO innamorato, PROTODIDASCALO suo precettore. LAMPRIDIO. Ecco pur veggio quell'ora, che per troppo desiderarla mai non parea che venisse. Quanto pensi, o Protodidascalo precettore, mi sia dolce Napoli?
PROTODIDASCALO. Bona verba, quaeso. FILASTORGO.... Che? se tu avessi visto gli atti e le parole, aresti giurato o che egli non fusse egli o che io fussi un altro. PROTODIDASCALO. Udienza per due verbicoli. FILASTORGO. Hai tu forse animo d'iscusarlo?
LALIO. Se sto qui adesso, come sto in questa casa? PROTODIDASCALO. Argutule argutule. Se mi vuoi far un piacere ti farò un presentuculo. LALIO. Che vorresti? va' via, va', conosco i pari tuoi. PROTODIDASCALO. Ferma costí, ascolta quaeso due paroline. LALIO. Parla da lungi, di' presto, che vuoi? PROTODIDASCALO. Non è venuto un certo forestiero, advena, oggi in tua casa? LALIO. Sí bene.
Deh, perché son vivo? perché non moro? che fa in questa vita? Ma il tempo fugge e io lo sto perdendo in parole. Ecco Protodidascalo: cercherò qualche consiglio. Che ci è, Protodidascalo? PROTODIDASCALO. Siam rovinati. LAMPRIDIO. Questo vada a chi ci vuol male. PROTODIDASCALO. A voi è toccato in sorte. LAMPRIDIO. Che ci è? parla presto.
LAMPRIDIO. S'Olimpia m'ama io sto benissimo, se non m'ama io sto assai peggio che morto: non sai tu ch'ella è l'anima mia? non amandomi come potrei viver senz'anima? sarei un che vivesse morendo sempre. PROTODIDASCALO. Larva d'uomo. LAMPRIDIO. Lasciam questo: che sai d'Olimpia mia?
PROTODIDASCALO. Será come l'acqua che spruzza il fabro ferrario su' carboni per fargli piú flagranti ed escandescenti. LAMPRIDIO. Non fará il tuo dire ch'io perda la sua grazia, poiché l'ho acquistata. PROTODIDASCALO. Oh miserrimo e deperdito te, che chiami acquisizion d'altri la iattura di te medesimo!
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