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Aggiornato: 28 luglio 2025
Per noi i fati della guerra erano da lungo segnati. Sapevamo che l'esercito regio sarebbe rotto e il paese lasciato indifeso; e stanno nell'Italia del Popolo articoli che pronunziavano, senza grande sforzo di genio, le cose che accaddero, nè potevano per forza umana impedirsi. Bensì vagheggiavamo un'ultima speranza; ed era: che da Milano, assalita dall'armi austriache, risorgesse per impeto di popolo concitato la guerra lombarda. Milano era ed è citt
Uh! il guelfo ipocrita! il papista! il frate!» pronunziavano tra sè gli altri: ma ragioni da opporre a quei fatti non suggerivano facilmente, e perciò rifuggivano nel sofisma. E il Pusterla ripigliava: Il papa! che sperare da lui? Ligio alla Francia, vuol farsi un regno in terra, nè più nè meno di tutti costoro. Scampo non v'è proprio che nel popolo».
Qui dentro, e mi si può credere, non vi sono biblioteche per comporre dotti discorsi; ed anche libri vi fossero, io non ho avuto tempo per leggerli: pure ricordo che in Roma, il tempio che fu di Vesta la Dea del fuoco, oggi è consacrato alla Madonna del sole; quello di Remo e Romolo gemelli, ai santi Cosimo e Damiano gemelli; l'altro della Salute, a Santo Vitale: su l'orlo del lago Numicio, dov'è fama che si precipitasse la sorella di Didone Anna Perenna, adesso si venera la cappella di santa Anna Petronilla: ed oggi ancora, a Messina nel giorno dell'Assunzione, come la Cerere sicula andava in traccia della sua figlia Proserpina rapita da Pluto, la Madonna, tratta in processione, va per le strade cercando il suo divino figliuolo: quando poi, dopo un lungo errare, le mostrano la immagine del Salvatore, ella trema, storna, e dodici uccelletti proromponle dal seno spandendo pel cielo la esultanza del suo cuore materno. Nel foro Boario, presso l'ara massima dove i Romani pronunziavano il giuramento solenne, ora sorge la chiesa di santa Maria Rocca della verit
Una sera che costui, addossato ad un davanzale di finestra contemplava malinconico tramonto, di sopra la sua testa, tra il merlato di una torricella, Cuno ed Alberada favellavano. Le loro parole non si udivano distinte, nè le pronunziavano tutte sul medesimo tuono. Ma Goccelino ne udì tanto che l'anima si senti lacerare e rivivere nei feroci affetti. Cuno, per compiutamente salvarla da suo fratello, raccontava alla fanciulla normanna la storia di Bertradina. Goccelino non proferì motto. La sera si addimostrò anzi lieto più del consueto e più facondo; al fratello, che immaginava gi
Quando la nonna era nella stanza vicina e che essi si trovavano soli nella povera cameretta di Paquita, allora che il duca di Westford, l'uomo alla moda, l'impareggiabile, l'inimitabile, sembrava uno scolaro, quando i loro sguardi s'incontravano ogni volta che si sfuggivano, quando le mani si univano involontarie, quando la sedia di Giorgio come inavvertitamente si avvicinava a poco a poco a quella della fanciulla, quando le labbra pronunziavano una parola e l'orecchio ne udiva un'altra, quando il loro silenzio li tradiva ed il cuore palpitava, erano una di quelle imagini come ben di rado si presentano tanto vaghe alla fantasia dell'artista.
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