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Aggiornato: 4 giugno 2025
F. P. Francesco Priuli, 1562 a 1563. Un'altra moneta della zecca di Cattaro, anzi la più bella o, per meglio dire, la meno brutta che vi si battesse, fra quelle da me effettivamente vedute, credo opportuno collocarla, in via d'appendice, nella categoria de' quattrini, non potendo essa entrare per lo scarso suo intrinseco in quella de' mezzi grossetti, né per il peso eccedente e per esser di lega in quella de' follari di rame.
Lo si vede a occhio; guardate come cammina, come sorride, come gestisce.... È un'americana.... Gli altri guardarono. La signora che si avvicinava, elegantissima, era alta e bionda; un giovanotto bruno l'accompagnava. Ma tutti diedero in una risata. Caro mio, disse poscia Alvise Priùli. Quella è una russa: la contessa Tatiana Semenow, di Pietroburgo!... Paolino Berlendi accese una sigaretta.
Non mi rispondi? chiese Filippo di nuovo. Guardami, non sono più triste; ha ragione Priùli: un lungo viaggio ci far
Le dame s'alzarono per avviarsi, ma in quel punto sopraggiunse Nino d'Este, che parve cercar qualcuno con gli occhi; ravvisò la contessa Lombardi e le corse incontro. Lei mi aveva chiesto notizie di Berto Candriani? egli disse. Oh bravo! Parliamo di Berto Candriani! esclamò Paolino. «Il a jeté son bonnet par dessus le moulin»! Alvise Priùli gli diede una gomitata, perchè abbassasse la voce.
La mistura metallica che servì allo stampo di tali monete, coniate sotto il doge Antonio Priuli, che regnò dal 1618 al 1623, è di poco superiore nel fino a quella che il doge medesimo impiegò nella fabbrica de' soldoni, valutata a k. 54 fino per marca, o a peggio 1098.
Girolamo Priuli, fratello maggiore del defunto, fu alla ducale dignit
«I nostri vecchi soldati scriveva il Salimbeni al Savio alla Scrittura Iseppo Priuli sono oramai diventati sentina d'ogni vizio. Il Savio Iseppo Priuli non ascoltò la proposta ed il destino serbava a Buonaparte di farla accogliere con la forza.
Alla morte di Girolamo Priuli fu eletto, contro l'aspettazione della citt
Era una cosa spaurevole. Fra gli amici venuti in quei giorni a trovar Filippo fu il conte Alvise Priùli, un vecchio d'oltre sessant'anni, dalla vita cristallina, maestro di cortesie, oracolo in materie cavalleresche, franco nel parlare. Ti sei cacciato in un ginepraio, egli disse a Filippo. Perchè non consigliarti con qualcuno, prima di agire?... A provocare e a battersi v'è sempre tempo.
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