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Aggiornato: 16 maggio 2025


Don Letterio Prandina era un ottimo sacerdote. Ultimo discendente di una nobile e ricca famiglia di Cividale, contristato ne' suoi giovani anni da molti dolori, si era dato per vocazione al sacerdozio, consacrando a quella ch'egli intendeva come un'alta missione di d'amore, nonchè tutta la sua intelligenza bellissima, l'intero patrimonio. Compiuti appena i suoi studi sollecitò ed ottenne di andare come missionario in terre lontane e ne ritornò con molta letizia per i risultati ottenuti nel suo apostolato. Il suo libro, pubblicato intorno al '5 dai Bollandisti di Bruxelles, De missione canonica, è tuttodì ritenuto come opera di alto valore, non solo religioso, ma anche scientifico. Indi, costretto da debole salute a fermare il suo domicilio in patria, continuò a dedicare l'attivissima vita ad opere di carit

Il treno finalmente arrivò. L'unica persona che scese a quella stazione fu Loreta Lambertenghi. Ma se anche ve ne fossero state cento, il professore Mattia non avrebbe durato fatica a riconoscerla, tanto la sua figura era distinta e tanto rassomigliava al ritratto fattone da don Letterio Prandina. Era una donna ancor giovane, alta, bruna, molto pallida, dalle vesti di lutto semplicissime.

Intorno alla mensa, con pochi altri amici, sedeva il prè Letterio Prandina venuto da Udine a passare la giornata in campagna: sedeva il conte Nardin, che tratto tratto, facendo lo gnorri, gittava delle occhiate furtive fuor dal balcone, verso il paese, senza che alcuno sospettasse affatto a ciò ch'egli pensava.

Incapace di appigliarsi ad alcun partito e tormentato ognor più acerbamente da tanta indecisione, un lampo di luce balenò al professore nel leggere una breve lettera che gli giunse improvvisamente da Udine da parte di don Letterio Prandina.

Il Prandina l'aveva ascoltato silenziosamente in atto meditabondo. Via, don Letterio, potreste darmi torto? avreste animo di dirmi che non ho fatto il dover mio?

Vado a Udine per affari e non tornerò che tardi questa sera.... Loreta, che aveva notato come il professore avesse cercato nel pacchetto della posta e percorsa con molto interesse una lettera, sulla cui soprascritta ella aveva riconosciuto il carattere grosso e malfermo di don Letterio Prandina, che sapeva da più tempo sofferente: Ti scrive Prè Letterio? domandò al Sant'Angelo.

Il matrimonio si fece alla chetichella: nelle prime ore del mattino, al duomo di Tricesimo, celebrando l'ottimo prè Letterio Prandina, venuto espressamente da Udine. Pochi amici si raccolsero poi in casa ad una bella refezione, ove si fecero degli allegri brindisi e si stapparono molte preziose bottiglie, dormenti gi

Una volta che don Letterio Prandina era venuto da Udine per visitarla, come del resto negli ultimi tempi faceva con molta frequenza, la vecchia signora si lasciò andare con lui ad uno slancio di confidenza. Vedete, don Letterio, tutti quelli che mi circondano vanno a gara perchè io non possa accorgermi del mio stato.... Io mi sforzo di far credere a tutti ch'essi riescono nel loro intento.

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