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Aggiornato: 11 giugno 2025


Suggellò il biglietto, dopo averlo piegato più stretto che potè, e lo consegnò al fido Giuseppe. E dimmi, gli soggiunse, potrai farmi avere ad ogni modo la risposta? Non dubiti, illustrissimo; se una risposta ci sar

È così bella, e poi conoscere la patria è un dovere per chi può farlo, ed è una scuola che può sempre servire. E poi vedrai quello che non conosci, avrai tempo di meditare la grave questione della scelta dello stato, e fra un mese potrai scegliere fra un impiego, o un bel regalo di nozze per la sposa. Accetti la mia proposta?

Io voglio esser ricco, fra pochi anni, disse in tono reciso Marco, al pari di voi: se occorre, più di voi! Ebbene, tu potrai far nascere i sospetti di una sostituzione di creatura: potrai nuocere a' miei interessi: potrai far che coloro, a cui la bambina fu rapita, e che l'ebbero sostituita con un piccolo cadavere, si risveglino, e vengano contro di me....

Quando saprai chi io mi sia... quando saprai chi sia Esmeralda, o giovane superbo, non potrai, no, temprare lo stupore ed il pianto: lunga ed acerba storia di dolore e di grandi esempi sar

BALIA. Se prima non ti dico questo, non potrai capir l'inganno. ... Olimpia da che venne a Napoli per provar l'animo della madre come stava saldo alla trama ordita tra lei e Mastica ministro del tutto, ha finto certe lettere come le mandasse Eugenio di Turchia, scrivendole ch'era morto Teodosio e che esso avea rotto la prigionia e la catena ed era in camino per venirsene a casa; e fece portar queste lettere alla madre da un certo turco fatto cristiano lor conoscente.

«Tu sai perchè vivo, sai perchè parto, sai quel che sono e quel che posso essere, perchè tutto quello che resta in me di non morto non è che l'opera delle tue mani: ma l'uomo non paga il suo Creatore. «Parto adunque tuo debitore nella cara idea che io non potrò mai pagarti del tutto, che ti dovrò sempre qualche cosa e che dovrò vivere fin che tu potrai vantare qualche credito sopra di me.

Piú robba o manco, non ne faccio stima; ché le ricchezze e i ben de la fortuna, per se istessi, non dan nobiltá. Cerco una donna che sia ricca e nobile di costumi e virtú; di che son certo quant'ella è ben dotata. CALONIDE. È bene onesto. CRISAULO. Potrai star tu da canto; ed io da lei vo' quest'ultimo : poi, fra duo giorni, farem le nozze. CALONIDE. Ti vo' contentare.

Ma tu el vedrai ne l'ultima extremitá della morte, dove tu non potrai pigliare rimedio in alcuna tua virtú, però che non l'hai se non solo nella misericordia mia, sperando in quello dolce Sangue del quale fusti facto ministro.

Tra i molti spedienti immaginati da suo padre per fargli mettere amore allo studio, c'era questo, che merita d'essere raccontato. Un giorno il ragazzo era entrato nella camera paterna. Il signor Amedeo, che stava riponendo alcuni volumi sugli scaffali di una piccola libreria, gli aveva parlato così: Vedi, figliuol mio: quando avrai venticinque anni potrai leggere anche tu questi libri.

CALANDRO. Certo, no, ch'io non la veggo. FESSENIO. Cosí non si vede la morte, quando si muore. CALANDRO. Perché si è fuggito il facchino? FESSENIO. Per paura della morte: che temo che a Santilla oggi andar non potrai. CALANDRO. Morto son se oggi con lei non sono. FESSENIO. Io non saprei in ciò che farmi: se giá tu non pigliasse un poco di fatica.

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