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Aggiornato: 17 luglio 2025


Damiano, in quel torno, aveva ricevuto una lettera di don Teodoro, che lo consigliava a far che Rocco potesse sposare sua sorella, s'ella n'era contenta, e non avesse il cuore occupato: dicevagli esser questo un compenso destinato dalla Provvidenza; gli ricordava, comechè sapesse non esservene bisogno, ciò che l'ottimo giovine aveva fatto per lui; non taceva che, quantunque Rocco non fosse un bel giovine, come la Stella poteva meritare, pure la sua buona e onesta figura non l'avrebbero fatto scomparire al fianco di lei; e finiva la lettera così: «Io ho contato di molti anni, e la mia esperienza è lunga; ricordatevi, figliuolo, di quel che dice il primo libro del mondo: Ci son tre cose secondo lo spirito del Signore, la concordia de' fratelli, l'amor del prossimo, e l'uomo e la donna bene sortiti fra loro.

E quando donna Laura, dopo una lunga pausa, le ebbe con poche frasi secche ed incisive, fatto rimprovero del suo contegno, ella, senza levare gli sguardi, disse candidamente quello che le stava nell'anima; la confessione del proprio errore le parve in quell'ora una espiazione coraggiosa; rassegnata ad obbedire a tutto ciò che la signora le avrebbe ingiunto, una sola cosa chiedeva come una grazia suprema: che le fosse risparmiato il dolore della disistima da parte di Bianca: che il suo ricordo nella mente della cara giovinetta potesse rimanere incontaminato e sereno.

Io compresi perfettamente che una donna potesse custodire la sua purit

Malgrado il suo ingenuo orgoglio egli non aveva mai osato sollevare gli occhi sino in volto ad Erminia. Erminia con quella sua candida bellezza, con quella soave modestia, con quel piglio delicato e civile gli incuteva troppo rispetto e venerazione perchè potesse formar dei progetti su di lei.

"Pierino era di un'indole troppo irrequieta e vivace; aveva del talento, ed era stato allevato troppo bene, perchè omai potesse ancora adattarsi a fare il sarto o il calzolaio, e a lavorare la campagna. A Crodarossa avrebbe finito col diventare un fannullone, un vizioso.

Egli non pensava ad altro, se non che in tal momento Diana dovea leggere la sua lettera. Avrebbe dato tutto al mondo: pure tremava alla idea ch'ella potesse comparire in quella stanza.

Ugo guardava... La smorta faccia di Oberto non era faccia che egli si potesse dipingere incorniciata di maglia, colla bocca che impreca ai nemici, col naso fiutante la polvere del combattimento, cogli occhi dai lustri audacissimi... Imilda, melanconica e dolcissima, aveva l'aureola dei biondi capegli, le labbra dischiuse al canto amoroso, le nari voluttuosamente ebbre come d'alito profumato, le pupille lente nel sopore placido delle visioni insidiose.

Cristoforo Colombo la portò allora nella sua cameretta, la spiegò sul deschetto, e si fece ad osservare, insieme coi più sperimentati dei suoi ufficiali, quale potesse per allora essere la posizione delle navi.

In fine, passeggiando dopo una quadriglia, che Maria non gli avea potuto negare, egli, tremando un po' nella voce, le domandò un'ora, per l'indomani, nella quale potesse riceverlo, solo, avendo gran bisogno di parlarle e di parlarle a lungo.

Ella non lo comprendeva; non comprendeva come quella fanciulla potesse amare ancora il principe dopo ch'ei l'aveva abbandonata, disprezzata... Eppure donna Rosalia non mancava di fierezza. La sua natura era davvero affatto particolare.... Ma quanta passione in essa!... Quanta abnegazione in quell'amore!... «Oh, pensò donna Livia, sua sorella la vendicher

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