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Aggiornato: 1 giugno 2025


Socchiuse gli occhi indi li spalancò, guardando l'Ariberti come se volesse passarlo fuor fuori; e frattanto, senza muoversi dalla sua superba postura, diede la mano al Bonisconti, borbottandogli un asciutto buon , coll'accento cupo di un primo attore, che si prepara a recitare l'Amleto, od altra parte di forza.

Alla prima ora del mattino, una mano bianca e leggiera si posò sulla sua spalla. Era la mano della Stella. Essa, vedendo il letto non tocco, la lucernetta tuttora accesa, il tavolino pieno di carte, credè che il fratello avesse vegliato tutta notte a studiare; e voleva rimuoverlo con dolce atto da quella incomoda postura, perchè si coricasse almeno per brev'ora.

I vetri erano chiusi e Giorgio coi piedi più alti del capo in una postura ultramericana, teneva un libro alla mano, la cui lettura però sembrava interessarlo mediocremente, poichè di tratto in tratto gettava uno sguardo indagatore tra gli interstizi delle cortine di mussola bianca, come volesse spiare qualcosa dalla parte opposta della via.

Obbedì, come un bambino buono al comando della mamma; avrebbe obbedito ad un così dolce comando, se anche fosse stato nella pienezza delle sue forze. Così passarono due giorni, in cui gradatamente si riebbe: ma ancora non si muoveva dalla sua postura di giacente. Buona postura, per altro, se quella adorata gli veniva dappresso e chinava la faccia amorosa a guardarlo.

Così pensava Laurenti, seduto su d'un seggiolone, coi gomiti appuntellati sull'orlo di una tavola rotonda che sorreggeva una gran lucerna di bronzo dorato. La lucerna era accesa, ma la luce, sebbene gli illuminasse la fronte, non gli rischiarava punto i pensieri. Questo è il problema! disse, e cangiò postura.

Chinar la testa una volta al sibilar delle palle, conduce a chinarla per sempre; mettersi al riparo dietro un ciglione, persuade a non trarne più fuori la testa; e l'occasione, che potrebbe fare dell'uomo un eroe, la occasione se ne va, lasciando il soldato nella sua codarda postura.

Quando riebbi coscienza di me, ero nella mia camera, lungo disteso nel mio letto. Mi guardai dattorno istupidito, non sapendo darmi ragione di niente. Adagino adagino, quasi volessi vedere se ero io e non un altro in quella postura, provai a muover la testa, e mi venne fatto; le braccia, e mi sentii dolere dalle spalle alle mani; le gambe, e non mi parve che rispondessero affatto.

La discussione fu per pochi istanti sospesa. Il serafino biondo approfittò della interruzione, per alzarsi dalla sua incomoda postura e ricogliere il fiato. Pensava, intanto, pensava alla misteriosa proposta del padre Restituto e de' suoi bravi compagni. Misteriosa! In verit

Qui per l'appunto cascava il dubbio. Erano quelle ceneri un avanzo di banchetto funebre, o indizi d'un focolare domestico? Il padre Anacleto, interrogato dal serafino biondo, che prendeva tanto diletto in quella esplorazione quanto suo zio ne prendeva negli apparecchi della colazione, mostrò di credere al banchetto funebre, anzichè al focolare domestico. E ne disse anche le ragioni; verbigrazia la postura del deposito, che non corrispondeva alla naturale collocazione d'un focolare. La caverna essendo abitata da una famiglia, o da un aggregato di famiglie consanguinee sotto l'autorit

A certi malanni che capitano tra capo e collo non c'è rimedio che tenga. Ma ecco la carrozza che gira il gomito della salita. Ahimè! esclamò l'Assereto. Siccome io sono certo che ella porta nel suo grembo i nemici, come il famoso cavallo di Troia, ti propongo di ritirarci nella scaletta, perchè non ci abbiano a vedere in questa disgraziata postura.

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