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È andata a farsi un po' di polenta. Maria sospirò, ma non disse nulla. Pensava che avrebbe potuto prenderla con la sua sorella, nella casa del marito, se la non fosse stata tanto scontrosa e difficile. Se mia sorella fosse come me disse dopo un momento di silenzio non avrebbe bisogno di stare sola. Oh! è meglio così.

Ecco la nostra brava contessina disse il vecchio cappellano, toccandola leggermente col lungo ramo che teneva in mano Chi mi parlava di lei, ieri, con mille elogi? ah, il signor Cresti del Pioppino; anzi vuole che un giorno vada da lui a mangiar la polenta al Pioppino, Pare che abbia in aria dei progetti... diplomatici... e col movimento delle sue dita magre e lunghe con cui accompagnò nell'aria quella parola, di...plo...matici..., fece capire che sapeva qualche cosa.

perchè vostra natura sia possente più nel veder l'esser dell'universo, guardate a l'alta Commedìa presente. E si mettano a riscontro con questi versi il Sonetto a Guido da Polenta e le linee onde muovon le Chiose.

Perchè no un favore? sclamò Bambina togliendo su il tondo della polenta a cui suo fratello non toccava più, e mettendo sulla tavola qualche cipolla, qualche mela ed un pezzo di caccio di capra che civettava la pietra pomice. Un favore? replicò Don Diego sorridendo. Perchè no? quelle bestie sanno altrettanto bene leccare che mordere. Il martello della porta scoccò tre colpi.

E il simigliante si sforzava di fare dell'ossa dell'autore a eterna infamia e confusione della sua memoria, se a ciò non si fosse opposto un valoroso e nobile cavaliere fiorentino, il cui nome fu Pino della Tosa, il quale allora a Bologna, dove ciò si trattava, si trovò, e con lui messer Ostagio da Polenta, potente ciascuno assai nel cospetto del cardinale di sopra detto.

Quest'anno c'era di nuovo la presenza di Massimo Bagliani; e la polenta guarnita dei più squisiti piaceri dell'amicizia, condita dalle profumate speranze, che avrebbero portato dal Castelletto, doveva avere un sapore particolare, un sapore che il vecchio e arruffato padron di casa sentiva gi

Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni; ma ’n palese nessuna or vi lasciai. Ravenna sta come stata è molt’ anni: l’aguglia da Polenta la si cova, che Cervia ricuopre co’ suoi vanni. La terra che gi

Che cosa fate, la polenta? domandai. È per cagione di quel Gasparino della Vela, rispose il console con quel linguaggio lungo che è proprio dell'alto Milanese. Che cosa ha fatto Gasparino della Vela? È morto. Era malato? Da un mese, sor avvocato, un poco di pellagra, ma bisogna dire che gli sia andata ai visceri del capo. Se non ho sentito a suonare l'agonia.

Guido da Polenta fece seppellire il Poeta in un sarcofago di marmo nel convento dei frati minori. Si proponeva d'innalzargli un magnifico monumento, ma questo progetto non fu eseguito. Durante i disordini nei quali la famiglia Polenta perì, la tomba fu dimenticata. Nel 1482 soltanto fu ricordato il dovere sacro che era stato lungamente trascurato. I Polenta erano stati cacciati.

Benone! esclamò il professore Mattia. Proprio quello che ci voleva! Il pasticcio di polenta che mi piace tanto e che la Vige quando vuole sa far così bene! Eh! oggi poi.... rispose la servetta tutta inorgoglita dagli elogi Agnul ha portato stamane dall'uccellanda dodici tordi così grassi e belli.... Vedr