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Garibaldi non se ne dava apparente pensiero, e tranquillo come un eroe d'Ossian passava quasi intiera la giornata sul belvedere della robusta torre di palazzo Piombino, dove tacito e con insistenza da metter pena fissava verso Roma la meravigliosa cupola di Michelangelo per torcer poi gli sguardi leonini in giro sul classico Tivoli e sulla plaga ondulata fra il Tevere e l'Aniene.

Una volta alla settimana il piroscafo dello Stato toscano, il «Giglio», fa in estate il viaggio per l'Elba, per portare i dispacci del Governo ed i passeggieri. Da Livorno il viaggio dura circa cinque ore, poichè si tocca Piombino, dove il bastimento si ferma per un certo tempo.

Mentre il nostro duce annunziava al mondo i suoi pieni poteri di generale romano, ai piedi della torre del palazzo Piombino in Monterotondo, a mezzo di una scalinata rustica e tra l'erba bagnata d'un giorno piovoso, discorrevano con mistero Alberto Mario, sottocapo dello stato maggiore di Garibaldi, Agostino Bertani, il maggiore Giuseppe Guerzoni, il colonnello Giuseppe Missori, il giovane principe Piombino in persona e chi scrive, e in quel colloquio veniva designato il valoroso, che primo avrebbe dovuto sventolar la bandiera rossa dopo una vittoria.

L'isola degrada assai verso la costa d'Italia. Dalla riva della Corsica, l'Elba appare come un solo monte di roccia, di magnifica doppia forma piramidale, poichè sono appunto le rocce di Marciana che sono rivolte verso la Corsica; dalla costa italiana, invece, si vede la parte più bassa distesa verso Piombino, ove si trovano riuniti i maggiori tesori dell'isola: il ferro e le frutta.

Di a pochi giorni venn'egli dubitando che quei gentiluomini sanesi, che sono molto amici del dritto e del ragionevole e molto affezionati a questa nazione e sopra tutto uomini da bene, non glie lo tollesseno e liberasseno. Lo cavò di Siena e mandò a un castel del signor di Piombino; e per usque millies ci fece scrivere per mille ducati di taglia che gli avea posto. VIRGINIO. Figliuol mio!

Non troviamo requie sino a che non siamo saliti su sino all'abitazione di Napoleone. Essa è situata tra i forti Stella e Falcone, sulla roccia, in alto, dimodochè guarda colla fronte sul golfo e colla parte posteriore sul mare verso Piombino, offrendo una bella vista. Ma certo questa veduta sulle coste attraenti d'Italia è troppo eccitante.

Nessuno sospettava la presenza effettiva dei francesi, meno forse Garibaldi, che li aveva intuiti dalla torre di palazzo Piombino e nel grave dubbio li aveva a mezza voce annunciati a stesso.

Per l'antico viale de l'Aurora.... Disegno di ONORATO CARLANDI. Per l'antico viale de l'Aurora, mentre i cipressi dormono al mattino, o nova principessa di Piombino, tu passi; e a te d'intorno il vento odora. Vive d'intorno a te la grande flora ludovisia crescendo a 'l sol latino, bionda Napea di Rafael d'Urbino, ne la beatitudine de l'ora.

Squillarono le trombe pel castello e per le vie, e a mezzogiorno circa gli scarni battaglioni uscirono in silenzio e con ordine di stare all'erta dalla porta attigua al palazzo Piombino per alla volta di Montana, a un due chilometri di lassù. Il nostro piccolo esercito offriva l'aspetto il più pittoresco.

Da Mentana si giunge in meno di mezz'ora per una strada assai buona fra cespugli e vigneti a Monterotondo. Il grande castello baronale, una volta degli Orsini ed ora appartenente al Principe di Piombino, è un edifizio imponente e bello, con una torre grandiosa, e sorge, in cima al paese che quasi nasconde. Era pieno di soldati francesi.