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Aggiornato: 19 giugno 2025
Appresso mosse a man sinistra il piede: lasciammo il muro e gimmo inver' lo mezzo per un sentier ch'a una valle fiede, che 'nfin la` su` facea spiacer suo lezzo. Inferno: Canto XI In su l'estremita` d'un'alta ripa che facevan gran pietre rotte in cerchio venimmo sopra piu` crudele stipa;
Ma appunto fra quelle pietre, nelle cui fessure crescevano le linarie gialle e dentro i cui ginepri arsicci zirlavano i tordi nei mattini di novembre, o sotto le ombre cupe dell'antico parco dove s'intravedevano ancora gli avanzi dello splendore d'altri tempi io ho ricercato invano la piccola regina delle Fate con tutto il suo minuscolo corteggio di genietti invisibili.
risponder lei con viso temperato: «Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama è per noi condannato?», Poi vidi genti accese in foco d’ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a sé pur: «Martira, martira!». E lui vedea chinarsi, per la morte che l’aggravava gi
Credettero, udendo il grido e lo scroscio delle pietre, che Roberto fosse caduto; e si alzarono urla da tutti que' petti, ripercosse insieme nel vasto edificio come un sinistro ululato.
MASTICA. Ben si dice che le cose simulate poco tempo ponno durare; ché questa mattina per i tuoi poco onesti portamenti se ne sarebbono accorte le pietre, non che le persone che hanno cervello, di questo tuo amore. LAMPRIDIO. A torto ti duoli di me che in tutti gli atti mi sono mostrato la modestia stessa. MASTICA. A te pare cosí. Perché sei cieco tu, pensi che tutti gli altri sian ciechi.
Questo ponte si ha le pietre murate acciò che, venendo la piova, non impedisca l'andatore. Sai quali pietre sonno queste? sonno le pietre delle vere e reali virtú. Le quali pietre non erano murate innanzi alla passione di questo mio Figliuolo, e però erano impediti che neuno poteva giognere al termine suo, quantunque essi andassero per la via delle virtú.
A volte la mamma gli presta un librone grosso grosso, dove ci sono disegnate tutte le bestie, tutte le piante e tutte le pietre che si trovano sulla terra.
Perch'era come a batter delle botti che fosser vuote, a picchiar que' cavalli; sí rimbombavan né sentiano i bòtti, perocché in ogni parte aveano calli. Né pensar mai che nessun d'essi trotti; s'ivan di passo, era da ringrazialli. Sappi che alcuna volta si fermavano e come pietre il flagel sopportavano.
Ne venne fuori un giocattolo straordinario: sullo stesso piano, una fattoria, delle contadinelle che battevano il burro, le pecore che pascolavano, le galline che razzolavano, il gallo sul campanile della chiesetta, l'acqua del ruscello fra le pietre, le lavandaie che lavavano; tirata la corda, tutto questo mondo si muoveva, il gallo cantava, le galline pigolavano, le contadinelle agitavano le braccia, le pecore brucavano l'erba, il ruscello scorreva, le lavandaie lavavano.
GULONE. Sí, carne di asino, di quelli che portano le pietre per le fabriche, tutti pieni di cancheri e di guidaleschi: e se pur qualche pollo, senza testa, senza piedi e senza ali, e senza fegadelli e ventricelli, che te ne servivi per l'insalate, ti veniva tronco a tavola, che parea che fosse stato alla rotta di Ravenna.
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