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Aggiornato: 23 giugno 2025
Non gli rispondete, egli suggeriva alla padrona. S'infuria peggio! Ma perchè? Perchè è pazzo. Non lo sa neppur lui perchè! Cardello dalla via, con la bambina in collo, lo sentiva sbraitare: Un giorno o l'altro!... Un giorno o l'altro!.... Udiva i pianti e gli strilli della disgraziata, e non sapeva che cosa fare. Se passava qualcuno, lo pregava: Per carit
L'istinto della vita prevalse a ogni altro sentimento, e dopo aver pensato invano alla salvezza altrui pensai alla mia. In due nuotate fui presso alla lancia da cui veniva un gridio confuso: gemiti di donne, pianti di fanciulli, voci iraconde o pietose che dicevano: Non c'è più posto. Si rischia di capovolgersi. Uno ci può stare ancora. No, no. Ce ne possono star due. Neppur uno, neppur uno.
E siccome non cessava di picchiare con un pezzo di riga sulla spalla e sulla testa della povera donna, alle grida, ai pianti di costei, sì risvegliò la casa, si aprì qualche finestra, comparvero dei lumi e cominciarono gli uhè.... di sotto e di sopra.
Sì, Clara era sempre la stessa, con un carattere mobile e pure ostinato, con una energia breve e caduca, con un disprezzo intimo e cordiale di sè, con un egoismo a cui dava le forme nobili dell'amore, con un desiderio di vivere e di godere che non si saziava mai; e su tutto questo fondo stravagante, e spesso perfido, e spesso capace dei più alti sagrificii, il ricordo di una vita vissuta mediocremente, il ricordo di sciocchi errori e di delusioni meschine. Era sempre la stessa, lei, ma da tutti i pianti versati nella solitudine della sua casa, da tutte le angoscie soffocate sotto la sua maschera di donna mondana, da quell'abbandono in cui aveva passato un anno, le era venuta innanzi alla mente la grande verit
Cupe larve di donna a me davanti Passan ne la penombra. Son larve di fanciulle in voti e in pianti Consumate nell’ombra: Ed eran belle, e avean del Sol l’ardore Ne l’auree trecce folte; E non ebbero baci, e senz’amore Fûr ne l’oblìo sepolte.
Prima di porre il piede sul naviglio che solcar doveva l'Atlantico ebbe luogo fra lui e la moglie un breve dialogo di tale importanza che non possiamo tralasciare di trascriverlo. Le familiari dolcezze, i miei pianti, le mie preghiere, le carezze dei nostri figli, quelle di Esmeralda, di Angiolina te dunque non tratterranno giammai? gli aveva detto Rosina. No.
Tanto grave, vorrei credere di no, ma si sa mai quello che può succedere, e siccome per un certo intrigo, che ti dirò poi, quel povero giovane è più malato d'animo che di corpo, e quando l'ho lasciato dava in deliri e in pianti che faceva piet
E siccome non cessava di picchiare con un pezzo di riga sulla spalla e sulla testa della povera donna, alle grida, ai pianti di costei, si risvegliò la casa, si aprì qualche finestra, comparvero dei lumi, e cominciarono gli uhè.... di sotto o di sopra.
Sì, è la moglie del marchese Palavicino. La sventurata sua moglie, che fu veduta entrare in Milano or ora. E in gran pianti, come dicono chi l'ha veduta. E assicurano ch'egli è uno spettacolo innanzi a cui non si può trattenere le lagrime. E a momenti sar
Le conoscete le indimenticabili sensazioni di chi assiste agli ultimi istanti di qualcuno che porta via con sè la vostra gioventù e il vostro cuore? I pianti, la tetra solennit
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