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Aggiornato: 7 giugno 2025
Giorgio era entrato e stava guardando con attenzione alcune navaje molto curiosamente ornate. Chiese il prezzo della più ricca, ch'era molto elevato, la pagò senza dire una parola e la intascò. Paquita era attonita dallo stupore; in che modo Giorgio spendeva una sì grossa somma per una cosa inutile? All'istesso tempo, un sospetto che non l'era mai venuto, la colpì rapidamente.
Era vestita con una certa ricercatezza e quando fu in fondo alla via voltò a sinistra. Andava certo a fare qualche visita e sarebbe stata assente per un po' di tempo. Il momento era giunto; non lottò nemmeno più e un minuto dopo si trovò dinanzi all'uscio della camera di Paquita.
Egli non poteva distaccare gli sguardi da Paquita, ed ella, sebbene tentasse sembrare distratta, lo guardava pur molto a sua volta, e quando gli occhi loro s'incontravano, le belle guancie di lei si coprivano di nuovo di un leggero rossore che non era prodotto solo dalla timidit
Ma i posti erano cambiati; il cugino e la vecchia rimanevano indietro, il duca e Paquita davanti. Il povero diavolo si lamentava ad alta voce con la nonna dell'ostinato rifiuto di Paquita ed aggiungeva che non era mai stata così poco cortese con lui quanto quella sera. La vecchia lo esortava ad aver pazienza, al solito, ed a lasciar agire il tempo. E i due davanti di che parlavano?
Ma ancor più sorpreso fu Giorgio, quando tornando a casa un paio d'ore dopo con l'intenzione di andare più tardi da Paquita, vi trovò questo biglietto: «Signore, vi domando per grazia, vi supplico di tralasciare le vostre visite fino a nuovo avviso, per delle ragioni molto importanti. Non vi posso dire di più per ora.
Si pranzava in una piccola stanza adiacente a quella di Paquita da una parte ed alla cucina dall'altra che sebbene semplicissima, era pulita assai e ornata di fiori e di un grande armadio in legno dipinto, bizzarramente intagliato. A destra di questo era un quadretto rappresentante due guerrieri a cavallo su di una strada in riva al mare, che forse aveva qualche valore; ed a sinistra un altro quadro di quasi eguale dimensione, coperto da una tendina rossa, che eccitava non poco la curiosit
Queste righe turbarono Giorgio in un modo che non è possibile descrivere. Che significava un tale mistero? Cosa era accaduto? Quali potevano essere le ragioni molto importanti per le quali egli doveva cessare le sue visite a Paquita? E perchè quella forma cerimoniosa? Vi era in quelle poche righe qualcosa di freddo, di nascosto, di duro che lo spaventava. E sopratutto «vi vedrò per un'ultima volta». Dunque tutto doveva esser finito fra di loro!... Sembrer
Era confuso ed agitato, e, senza rendersi ben conto di quanto facesse, senza picchiare, socchiuse lentissimamente la porta e guardò. Paquita era seduta, con la testa tra le mani, e dal movimento lievemente sussultorio delle spalle si capiva che piangeva. Giorgio si avanzò, trattenendo il fiato, e con tanta precauzione che giunse vicinissimo alla fanciulla, senza ch'ella se ne accorgesse.
Quando era entrato nella stanza, appena Paquita lo vide, si era fatta rossa fino nel bianco degli occhi, il che aveva mostrato chiaramente al duca ch'egli era stato riconosciuto; e quando l'amico lo aveva presentato, il saluto della fanciulla era stato freddo ed imbarazzato, e tale che lo si poteva interpretare in vari modi.
Tornò indietro le prese le mani fra le sue ed esclamò: Paquita! lo sapete che non posso partire! Come lo volete? Dite, non mi amate più? Non si può cessare di amare. Come volete che tutto sia finito fra di noi? Come volete che io vi dimentichi? Come volete che io non vi abbia più a vedere? Ditemi cosa posso fare, ditemi.... No, partite. Ella ritirò le mani dalle sue.
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