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Aggiornato: 7 giugno 2025


Giorgio seppe a stento rattenere un senso di grata sorpresa e trovandosi un quarto d'ora dopo come uno di casa seduto a tavola tra la vecchia e Paquita, pensò quanto fosse vero qualche volta che la fortuna ne sorprende addormentati.

Vi prego di non interrompermi. Ho bisogno di parlarvi; la nonna è fuori; ho saputo mandarla via, lo feci perchè aveva bisogno di parlarvi da sola. Ella non deve sapere nulla. Paquita, che vi importa chi io sia, se vi amo ugualmente e se vi giuro.... Mi avete ingannata. Ora lasciatemi parlare e non m'interrompete, ve ne prego. Venite con me.

Paquita era in piedi, vicino alla finestra, pallidissima e con la fisonomia talmente diversa dalla solita, che perfino la sua bellezza aveva quasi mutato carattere. La sua voce era malferma assai, quando disse: Signor duca.... Giorgio impallidì. Signor duca, voi m'avete ingannata, ma io vi perdono e per prova ho voluto vedervi ancora, ma come vi scrissi, questa sar

L'accesso nella casa di Paquita non era certo facile; come aveva dunque fatto egli, con la sua indolenza per di più, a penetrarvi?

Non accadeva sovente che Paquita uscisse sola, ma pochi giorni dopo la scena narrata andò, senza che la nonna si decidesse ad accompagnarla, a trovare una sua amica, figlia di un antiquario, la cui bottega era situata nel quartiere elegante e perciò ad una certa distanza. Era una giornata caldissima, e quando ella giunse, fu felice di potersi riposare nel patio al quale si penetrava dal fondo della bottega, e dove una piccola fontana tranquillamente zampillante nel mezzo procurava una benefica frescura. Una porta aperta permetteva facilmente di vedere quelli che entravano nella bottega, senza essere veduti. L'antiquario faceva dei buonissimi affari ed infatti nessuno possedeva una ricca collezione di armi antiche, di vasi, di mobili, nessuno sapeva meglio di lui vendere dei Murillo in gran copia ai forestieri. Le due ragazze ciarlavano gi

A Paquita egli sembrava la realizzazione di un ideale lungamente atteso. Nei primi sogni dei quindici anni ella aveva travisto una figura che non aveva riscontrato che il giorno in cui Giorgio si era affacciato all'uscio. Ella era nata con un sentimento di eleganza e di distinzione tale che nessuno dei rozzi pretendenti che le si erano presentati avevano potuto piacerle.

Paquita, come dicemmo, aveva resistito all'amore perchè nulla sperava da Giorgio; ma non avendo potuto quella sera essere forte contro la passione che la invadeva, nel confessarla, aveva gettato quella parola, come una preghiera, un comando, un grido supremo.

Non era necessario affermare la virtù di Paquita; bastava guardarla, per convincersi ch'ella era pura. Sebbene Westford fosse creduto un pittore, pure era in posizione sociale gi

In mezzo a questo sorgeva un'idea che gli riusciva piacevole. Egli dunque si calunniava quando poneva in dubbio di poter sentire come gli altri. Era quasi contento di soffrire. Cinque giorni passarono cinque secoli senza ch'egli avesse alcuna nuova di Paquita.

Giorgio, felice all'idea di vedere un interno spagnolo e non volendo rifiutare un invito così cordiale, s'incamminò con l'amico ed a sua grande sorpresa si trovò in faccia a casa sua. Io abito in quella casa, disse al compagno. Allora avrete certo veduto Paquita. Quella è la finestra della sua stanza, rispose l'altro accennando alla ben nota finestra ornata di fiori.

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