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Aggiornato: 2 giugno 2025
In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico.
Ha tre grandi navate ed un coro a volta alto, in forma di croce; il pavimento, in mosaico, fu eseguito nel 1226, dal celebre Cosma, romano, a spese del vescovo Alberto e del canonico Rinaldo Conti, che salì più tardi sul seggio papale col nome di Alessandro IV. Dal coro si discende nella cripta sotterranea, veramente bella e degna di una descrizione minuta.
A capo dell'esercito papale era il generale Kanzler, gi
Ecco una lettera che Garibaldi scriveva al figlio del martire Anconitano: Caprera, 22 dicembre 1868. Mio caro Elia, «Figlio del popolo, il padre vostro merita di essere annoverato tra i grandi Italiani. «Oggi, che si avvicina la caduta della tirannide papale noi dobbiamo ricordare agli italiani le vittime della sua ferocia e fra quelle una delle più illustri, certamente, Antonio Elia.
L'Imperatore doveva tutt'al più venire a Roma per ricevere in ginocchio la corona nella basilica di San Pietro, come un'investitura papale, e per giurare di difendere la Chiesa e di rispettare i diritti degli stati che da lei dipendevano.
Potrei citarvi un venerabile esempio, ma non lo farò, perchè il fatto è ancora controverso e non è qui il luogo nè il tempo per intavolare una quistione di storia papale.
Oh! i Guelfi, del vessillo papale d’assai ne han fatto stromento alle proprie ambizioni e agli odi di parte! È ormai tempo che i veri amatori della patria v’apprestin rimedio, se non vuolsi che in breve tutta quanta sia campo di civil guerra. Sperare che Italia, confederata fra’ suoi Comuni e le altre signorie, voglia unirsi a scambievol difesa, troppa individualit
Giacomo Fournier fu il terzo Papa di Avignone e prese il nome di Benedetto XII. Vecchio, senza genio, ma dotto in teologia, succedette all'abile Giovanni XXII, l'amico dei re, col lodevole proposito di purgare la Corte papale dal nepotismo e la Chiesa dai mille abusi. Cominciò allora a regnare nel palazzo pontificio una disciplina severa, tutta monastica.
E coll'indice la piccola signora Mariani accennava all'amica, mescolato fra i dignitari della Corte Papale, un signore con i calzoni di pelle di dante, il vestito verde gallonato d'oro e il cappello a punta sotto il braccio. Non vedi? è don Pio, disse la piccola signora. Don Pio mastro delle poste che non sussistono più!
Davanti a queste tribune la balaustra marmorea, e sotto, gentiluomini che portavano i più bei nomi di Roma. A sinistra il trono papale con un arazzo disegnato da Raffaello sul fondo e drappeggiamenti di velluto e oro; a destra la tribuna su cui stavano i cantori della Cappella Papale in rocchetto bianco.
Parola Del Giorno
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