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Aggiornato: 27 giugno 2025


"Per ciò, diceva, vuotando una tazza e prendendo il suo moschetto per ripulirne gli ordigni da fuoco, per ciò anche il povero Guazzo ha seguíto il figlio della vecchia Comare di Palanzo all'altro mondo, mentre io che esposi la testa ed il petto a dugento palle più di lui non ho avuto ben anco la più piccola graffiatura".

Dopo tutto, un piccolo atto di debolezza non è così grave peccato da non meritare l'assoluzione. A quanti giovani soldati, il primo giorno di combattimento, non avvenne di salutare le palle con un moto involontario del capo? Sono piccolezze che non provano nulla.

Arrivò vicino all'avversario e gli puntò la pistola alla gola. Involontariamente Gervaso fremette, ma tenne fermo. Signor conte, in nome di Dio, volete assassinarlo! gridò il medico. Ho due palle nel ventre, rispose il conte con urlo feroce, posso adunque restituirgliene una.

Non è propriamente del fuoco che ho paura, ma delle palle. Vi assicuro che i francesi mirano dritto, e tutti i giorni sulle mura di Roma vi è buon numero di morti e di feriti. E nel campo francese? Anche laggiù credo non ci sia molto da ridere. A tanta vicinanza di Roma dovrebbe udirsi il cannone.

Il nemico più forte di noi in numero, era sulla testa nostra in posizioni fortissime! Eppure bisognava vincere! E con tale risoluzione si cominciò ad ascendere la prima banchina. Non ricordo il numero, ma certo eran varie le banchine che ci dividevano dai Borbonici. Ed ogni volta che si avanzava dopo aver preso fiato, da una banchina all'altra, era una grandinata di palle. E noi!

Sulla tavola, una ventina di piatti pieni di grossi confetti bianchi, della forma di palle e di carrube; le posate e le stoviglie bellissime; molte bottiglie d'acqua; non una goccia di vino. Sedemmo e fummo subito serviti. Ventotto piatti senza contare i dolci!

Nell'accendere il sigaro, una granata scoppiata a pochi passi ci gettò sul volto grumoli di terra. Ecco la colazione; fumate, marchese. Per aver pace fumerò. Le palle dei cacciatori sibilavano spessissimo vicino a noi; onde io ricominciando: Certamente, marchese, vi riconobbero. I cacciatori vogliono uccidere l'amico del re nemico. Vi veggo e non vi veggo. Ma voi non siete qui anche voi?

I poveretti camminavano da a fatica, o portati da certi muli, spasimando, ogni poco, per i squassi crudeli: ed erano quali mesti, quali baldanzosi, alcuni bestemmiavano, altri mostrando le ferite toccate, dicevano a quelle genti affollate a vedere, come laggiù laggiù, di palle e di baionettate i Francesi ne avessero in serbo anche per esse.

«È duro il discendere dopo lunga assenza e col palpito di chi cerca e merita amore, sulla propria terra, e incontrarvi calunnie e minaccie ridicole, è vero, di bajonette. È duro l'accorrere lietamente, in nome d'Italia, ad affrontare le palle austriache per la libert

Passando con la carrozza presso le finestre della sala terrena, aveva udito la voce della Baby che cantava al pianoforte; e sparsi nel prato aveva veduto i mallets e le palle del croquet; segno evidente che il Damonte e Scipio Spinola erano arrivati prestissimo: prima del solito.

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