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Aggiornato: 25 giugno 2025


Per la morte di Dio! esclamò don Francesco, ostentando una baldanza che era lontana dall'animo suo, che cosa ho a darti io? -E scorto in un angolo della caverna certo fascio di paglia, lo spinse presso a cotesta belva dicendo: Prendi, divora... E lo spettro divorò anche la paglia. Terminata che l'ebbe, tese come prima la orribile faccia verso il conte, urlando a bocca aperta: Ho fame!...

Ma il Massarani non è artista per niente, e poco appresso soggiunge: «Io mi ricordo, per parlare ancora dei tempi andati d'aver visto ogni giorno su per le scale degli Uffici di Firenze, la cacciatora di frustagno dell'artigiano o del contadino, e i larghi cappelloni di paglia delle loro donne; e d'avere udito, davanti ai capolavori della Tribuna, fior di giudizi da quegli ingenui compaesani del capraio che aveva nome Giotto, del pecoraio che si chiamò il Baccafuni, e del vaccaro che fu Andrea del Castagno.

Ben tosto giunse Giovan Bello con Marchetto Bolco ed il somaro di lui. Il somaro aveva i piedi coperti di paglia perchè non facesse rumore contro il selciato; sul dorso portava un sacco e, poichè gli ebbero attaccato gli involti di Sabina, ella vi salì adagiandosi come sur una seggiola.

La seguii in una piccola stanza, dal pavimento tutto sconnesso e sporco. Attorno, appesi ai muri, immagini di santi, olivo benedetto, nasse di pescatori, corbelli di paglia, piccole bombole pe' polipi. Una tavola, un lettuccio, due o tre seggiole zoppicanti. Sentite disse lei, appoggiandosi col dosso alla tavola e giuocando col gomitolo io vi volevo chiedere un favore...

E spulezzami tosto, o ch'io lascio al mio cavallo di tritarti come paglia, villano!

Ed il montanaro mi guardava dubbioso e più per paura che per compassione mi gettava il pane e mi mostrava della paglia. «Dalla Svizzera passai in Spagna.

Cantoni, rinvenuto dalla distrazione de' suoi pensieri, e vedendosi davanti quel coso in cappello di paglia in tale notte che facea da militare, diede in uno scoppio tale di risa da svegliare quanti si trovavano dormendo nell'osteria.

Trecentomila operai, fiume immenso di cappelli di paglia dai fulgori metallici sotto gl'inaffiatoi abbondanti e troppo azzurri delle lampade elettriche!...

Ma solamente allora le era fuggito il grido acuto, disperato, come se un ferro rovente le penetrasse nelle carni sino alle ultime vene, dove la vita si nasconde: poi un velo torbido le era caduto sugli occhi, e l'anima stessa non aveva visto più. Lentamente, con un sospiro si allungò sulla grande sedia di paglia.

Tranne il dormire, facevano tutto in comune. Parlo di due vecchi procuratori Lucio Paglia e Alfonso Errera i quali avevano saputo mettere da parte un bel po' di quattrini, tanto da godersi, nella pace beata dell'ozio, il resto della loro esistenza.

Parola Del Giorno

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